MARCO GALVANI
Cronaca

La “gara“ di Monza. Un albergo, le moto e un centro ricerca: "C’è Parco per tutti"

Dalla Regione al Parlamento, Fabrizio Sala dà la sveglia alla città: "La storia non basta più, per il futuro dobbiamo pensare in grande".

La “gara“ di Monza. Un albergo, le moto e un centro ricerca: "C’è Parco per tutti"

La “gara“ di Monza. Un albergo, le moto e un centro ricerca: "C’è Parco per tutti"

"L’attenzione del Governo su Monza e sul suo autodromo c’è. L’impegno a prevedere interventi di valorizzazione, manutenzione e ammodernamento del Parco, della Villa Reale e del circuito è scritto nero su bianco e andrà poi declinato con singole manovre. Ma la Formula 1 sia certa che il Governo è con Monza". Fabrizio Sala, deputato brianzolo di Forza Italia, apre il 2024 con una nuova prospettiva: "Dobbiamo far diventare l’autodromo di Monza un’area di rilevanza nazionale e internazionale".

Come?

"Il tema non è cercare di avere dei finanziamenti, ma avere progetti di interesse globale, nazionale e anche mondiale. Il Governo n on investe su una singola questione locale. E per questo è importante che ci sia un lavoro di squadra, Regione Lombardia non può essere lasciata sola a sostenere l’autodormo e, più in generale, il complesso del Parco e della Villa".

Intanto la prossima settimana in autodromo partiranno i lavori chiesti dalla Formula 1...

"Quel cantiere sono la base, il punto di partenza. Dobbiamo, innanzitutto dimostrare che i soldi vengano spesi bene. Poi, però, è necessario anche far vedere che siamo capaci di accogliere uno spettacolo come la Formula 1. Oggi quel mondo è cambiato, oggi è uno show e, di conseguenza, dobbiamo pensare in grande".

Si riferisce all’esempio degli altri circuiti nel mondo?

"Anche. Per carità, molti autodromi non hanno la storia di Monza, ma non possiamo più permetterci di essere attrattivi soltanto per il nome, bisogna esserlo anche nell’accoglienza. Trovo assurdo che all’interno del Parco e dell’autodromo non ci sia un hotel, una struttura in grado di ospitare tifosi e, più in generale, turisti. È chiaro che, attorno, devi creare un sistema di richiamo".

Quale potrebbe essere?

"Innanzitutto farei un grande parco tematico, tra educazione ambientale e sportiva e intrattenimento. Sia chiaro, non ho detto un luna park, ma un parco di divertimenti ben inserito nel contesto paesaggistico e naturalistico".

Ma se ne Parco hanno bocciato la ruota panoramica chiesta dalla Formula 1 solo per i giorni del Gran premio, come è pensabile un parco divertimenti?

"Estremizzo, ma è una provocazione per far riflettere: a Parigi la Tour Eiffel non piaceva a nessuno, eppure adesso è diventato il simbolo di Parigi se non addirittura della Francia".

Lei aveva anche ipotizzato un centro di ricerca in autodromo.

"Sì, partendo dal laboratorio per la guida senza conducente, ma in quel contesto si può pensare alla ricerca ambientale, alla formazione sui temi storici e artistici. È da quello che già abbiamo che bisogna partire. Non dobbiamo cercare un soggetto esterno solo per farci pagare un affitto. Certo è che le concessioni non possono durare meno di 30 anni. Chi sa come funziona il mondo, sa anche che nessuno investe con un prospettiva di pochi anni. Bisogna aprire ai privati, altrimenti andremo incontro al fallimento di ogni iniziativa. Solo così possiamo pensare di attirare investimenti, visitatori e tifosi. Anche delle moto".

In che senso?

"Perché non possiamo pensare di riportare la Superbike a Monza? È difficile? Sì. Si può fare? Sì. Allora basta solo volerlo. Un progetto di massima già c’è. Rdoci che c’è Parco per tutti".