
Incontro con il preside nel cortile del liceo in subbuglio "C’è un discorso educativo da affrontare, avrete il nostro aiuto".
Un presidio nel cortile e nei corridoi della scuola per manifestare il malcontento, chiedere il cambio di passo con più trasparenza e condivisione. È l’iniziativa degli studenti del liceo Parini, che si sono dati appuntamento ieri mattina dopo il caso della docente aggredita da uno dei loro compagni. Il grave episodio è avvenuto mercoledì scorso nel plesso di viale Tiziano, ma i ragazzi si sono radunati nella sede principale di via Gramsci attendendo l’arrivo del preside, Gianni Trezzi. "Sono stati invitati tutti i 1.200 ragazzi dei tre plessi – racconta Ouail Baktaoui, rappresentante di istituto –, circa 300 quelli effettivamente presenti. Nella nostra scuola è accaduto un fatto grave, che non ha alcun precedente nella storia del Parini. Ovviamente da parte nostra tutta la massima solidarietà alla docente che è stata colpita dallo studente. Solidarietà anche a lui, che probabilmente in questo momento ha bisogno di aiuto e di non essere lasciato solo e crediamo che abbia agito per colpe non sue. Condanniamo invece l’atteggiamento del preside. Noi chiediamo che la scuola resti pacifica, ma non possiamo accettare il fatto che nessuno sia stato informato tempestivamente. Né gli studenti né i docenti. Un atteggiamento inspiegabile. Silenzio del preside per evitare un inutile clamore e pubblicità negativa? Beh, se l’intento era quello si vede qual è stato il risultato: si è parlato del Parini su tutti i giornali e le televisioni".
Nel cortile della scuola i ragazzi, in modo ordinato e tranquillo, hanno ribadito le loro ragioni sperando di poter parlare con il preside. Appesi alle finestre alcuni striscioni eloquenti. “Studenti non sudditi“, “Omertà voce della paura“, “Non si perdona chi ignora“. Il preside, al suo arrivo, non si è perso d’animo. Ha posato la valigetta davanti alla segreteria ed è uscito nel cortile davanti a tutti i ’suoi’ ragazzi. Con loro ha voluto essere molto franco, facendo a sua volta capire che esistono anche altre ragioni. "Qui non c’è e non c’è mai stata alcuna volontà di insabbiare qualcosa – ha detto agli studenti –, ma quando la scuola si muove deve agire rispettando alcuni passaggi dovuti. La questione è stata subito affrontata nel consiglio di classe. Non rimarremo con le mani in mano. C’è un discorso educativo da affrontare, abbiamo sempre fatto la nostra parte. Al plesso di viale Tiziano faremo avere tutto il nostro supporto, anche con progetti specifici".