La corruzione nell’urbanistica Assolto l’ex sindaco Mariani

La Procura aveva chiesto 4 anni e mezzo di carcere. Stessa decisione per i costruttori Giussani e Schiatti. Rinviati a giudizio Edoardo Mazza, primo cittadino tra il 2015 e il 2017 e l’imprenditore Giorgio Vendraminetto

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di Stefania Totaro

Assolto l’ex sindaco Giacinto Mariani per l’inchiesta Seregnopoli bis sulla presunta corruzione nell’urbanistica. Rinviato a giudizio, invece, il suo successore Edoardo Mazza. Lo ha deciso la gup del Tribunale di Monza Silvia Pansini, che ha anche disposto il "non luogo a procedere" per i costruttori Emilio Giussani e Maurizio Schiatti accusati insieme a Mariani, mentre l’imprenditore Giorgio Vendraminetto imputato con Mazza sarà processato con lui a maggio. Giacinto Mariani era stato l’unico a chiedere il processo con rito abbreviato e per lui la Procura di Monza aveva chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione. Nel mirino, per quanto riguarda Vendraminetto e Mazza, il centro poliambulatoriale di via Colzani e il Piano Par1 relativo a via Formenti.

Per l’allora gip del Tribunale di Monza che nel 2020 ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, senza però accogliere le misure di carcere o domiciliari chieste dai pm Salvatore Bellomo e Michela Versini, le indagini avevano "evidenziato come effettivamente nel corso degli anni 2011-2015 Mazza, insieme al dirigente dell’ufficio tecnico comunale Calogero Grisafi morto suicida nel 2015, abbiano compiuto un reiterato mercimonio del bene pubblico, asservendosi completamente agli interessi di Vendraminetto". Gravi indizi di colpevolezza, quindi, ma niente esigenze cautelari perché mancava "il pericolo concreto e attuale di reiterazione dei reati per via dalla sua fuoriuscita dalla vita amministrativa e dall’attività politica dal 2017". Mariani, Mazza, Giussani e Schiatti erano anche accusati per il Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip non aveva rilevato dagli atti "la configurabilità della corruzione" ma ritenuto "plausibili" i profili di presunta "illegittimità" che "dovranno costituire oggetto di un giudizio per il contraddittorio tra le parti". Su questa imputazione ieri la gup non ha ritenuto di procedere. La Procura di Monza (già a capo dell’inchiesta dei carabinieri che nel 2017 ha portato a 27 misure cautelari tra cui gli stessi Mazza e Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà, per cui il processo è ancora in corso al Tribunale di Monza) aveva chiesto il carcere per Vendraminetto e Giussani e i domiciliari per Mariani, Mazza e Schiatti. I magistrati hanno combattuto fino in Cassazione per recuperare le misure cautelari. I giudici romani hanno ritenuto "inammissibile" il ricorso, presentato dopo che il Riesame di Milano ha risposto picche lasciando gli indagati a piede libero.

Intanto il 20 febbraio riprende il dibattimento per il primo filone dell’inchiesta Seregnopoli. La pubblica accusa ha già chiesto 9 condanne, tra cui quella per Edoardo Mazza e 4 assoluzioni, tra cui quella per abuso d’ufficio di Giacinto Mariani, che a quell’epoca era stato nominato vicesindaco nella Giunta Mazza. La richiesta di pena più alta, 7 anni e 4 mesi di reclusione, per Antonino Lugarà, il costruttore imputato principalmente di corruzione per avere procurato voti nelle elezioni del 2015 al sindaco forzista Edoardo Mazza in cambio dell’interessamento della sua Giunta al suo progetto edilizio. Cinque anni per corruzione è invece la richiesta per Mazza e 4 anni e mezzo per l’ex consigliere comunale Stefano Gatti, considerato il cavallo di Troia di Lugarà nell’amministrazione comunale per tenere il costruttore al corrente del procedere dei suoi affari. Sei anni e mezzo sono stati chiesti per concorso in usura con Lugarà per l’ex assessore regionale e golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni (già condannato per corruzione e bancarotta fraudolenta) perché avrebbe fatto da intermediario al costruttore per un prestito di 100mila euro.