GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

La casa del vino al calice L’ex latteria dei Brambilla e il futuro in un bicchiere

Negli anni Ottanta “Al Convegno“ ha introdotto per le prima volta in Brianza il nuovo modo di bere senza l’obbligo di ordinare un’intera bottiglia.

La casa del vino al calice L’ex latteria dei Brambilla e il futuro in un bicchiere

di Gualfrido Galimberti

Ordinare in un locale un calice di vino per un gustoso aperitivo oggi è la quotidianità. La prossima volta, quando vi apprestate a portare il vostro calice alla bocca, dedicate un brindisi ad Ambrogio Brambilla e all’enoteca “Al Convegno” di Lissone. È qui che negli anni ’80, per la prima volta nel territorio di Monza e Brianza, è stato introdotto questo modo di consumare il vino, in modo meno impegnativo, senza l’obbligo di ordinare una intera bottiglia. Sembrerà pure una banalità, ma tutto ciò che per noi oggi è normale non era così scontato anni fa.

E quando si entra in questo locale di Lissone si respira ancora l’aria di una volta. Enoteca capace di stare al passo coi tempi e di raccontare ciò che è stato il mondo dei locali, attraverso le fotografie appese ai muri, ma soprattutto grazie alla cordialità di Mauro Brambilla (figlio di Ambrogio) e di sua moglie Raffaella Fumagalli. "Una volta questa era una latteria - racconta Brambilla - ed era gestita da mio nonno. L’immobile era esattamente questo, anche se al cliente appariva un po’ diverso. Negli anni abbiamo fatto qualche intervento a livello edilizio, abbattendo pareti interne, ridisegnando gli spazi per dare vita a quella che era la nostra idea di locale. Il vino? Mio papà è sempre stato un grande appassionato e, grazie ai corsi e al mestiere, è diventato presto una persona molto competente". Il luogo in breve tempo si è fatto conoscere. Clienti da tutta la provincia ma anche dall’area milanese. E, tra gli avventori, anche persone che hanno fatto la storia del vino in Italia: qui è venuto anche Luigi Veronelli che ha poi tenuto anche alcuni corsi. "Tutto si è evoluto velocemente - racconta Brambilla - perché quando l’enoteca ha soppiantato l’attività della latteria, mio papà girava per conoscere il vino e produttori e si faceva consegnare qui il vino. All’inizio erano i bottiglioni. Ma presto è riuscito a capire che si poteva anche puntare su altro: bere meno e bere meglio. A suo modo aveva anticipato quella che è la tendenza di oggi. Poco per volta qui sono state introdotte bottiglie sempre più di qualità". Poi, sempre nel giro di pochi anni, l’intuizione successiva: quelle ottime bottiglie potevano anche essere servite un calice per volta, facendo scoprire a tutti i prodotti migliori. "È stato un successone - commenta Brambilla -, molte persone hanno scoperto l’enoteca. Come sempre i primi sono i giovani: poi il passaparola ha fatto la differenza". Passati gli anni, superata la novità, l’enoteca “Al Convegno” continua a essere un posto dove si beve bene (più di un migliaio di etichette) e dove si scoprono prodotti sfiziosi: dai salumi (anche quelli provenienti dall’estero) ai formaggi, con il desiderio di scoprire e introdurre ogni volta qualcosa di nuovo e di fare scoprire nuovi abbinamenti. "Fare questo mestiere - conclude il titolare - significa essere curiosi e mettersi sempre in gioco. Vuol dire assecondare le mode. Ora le bollicine vanno molto, noi ci siamo specializzati molto sullo champagne.

Questo locale, però, pur evolvendosi, nel tempo ha mantenuto quella che è sempre stata la sua caratteristica principale: è il luogo del vino per tutti, a 360 gradi. Qui trova soddisfazione chi vuole gustare i grandi prodotti, ma anche chi preferisce un calice più facile". Per tutti, come accadeva ai tempi del papà Ambrogio, in un clima di convivialità e con tanta simpatia.