BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La battaglia dell’asilo: "La privatizzazione ora sarà pagata dalle nostre famiglie"

La Rondine all’attacco della materna gestita da una società esterna "Scorretto pubblicizzarla come se fosse ancora comunale".

La battaglia dell’asilo: "La privatizzazione ora sarà pagata dalle nostre famiglie"

La battaglia dell’asilo: "La privatizzazione ora sarà pagata dalle nostre famiglie"

"Da fiore all’occhiello per generazioni di bambini alla Srl di Roma": attacco della Rondine, all’opposizione, sulla privatizzazione dell’asilo di via 25 Aprile a Concorezzo. Il risultato? "Ora, le famiglie dovranno pagare una retta", spiega il capogruppo Francesco Facciuto.

Non solo. Per lui la vicenda è l’emblema "della mancanza di visione della giunta Capitanio" che "nonostante l’asilo non sia più pubblico continua a fare da grancassa all’attività, a discapito di altri operatori al lavoro sul territorio da anni". "Perché?", chiede la minoranza che punta l’indice sul diverso trattamento riservato alle cooperative sociali che "garantiscono lo stesso prezioso servizio".

"Abbiamo denunciato da subito la questione della scuola materna, fin dall’insediamento l’amministrazione ha faticato a trovare un ruolo all’istituto di via 25 Aprile nell’ambito dell’offerta per famiglie e per la fascia 0-6 – ricorda il capogruppo – alla fine è arrivata la scelta di esternalizzare contro la quale ci siamo battuti. È miope". La Rondine obietta sull’intera gestione del dossier: "La ricerca dell’operatore è stata tardiva, il bando è arrivato a novembre e c’è stata solo una risposta ed è quella che se lo è aggiudicato, una società a responsabilità limitata".

"L’azienda si inserisce in una logica di concorrenza rispetto alle altre realtà in città che offrono prestazioni importanti ai genitori. Per noi è incomprensibile la pubblicità che il Comune sta facendo alla nuova ditta". La lista chiede "un’operazione di trasparenza, come dovrebbe fare chiunque abbia a cuore le nostre famiglie". E arriva il chiarimento: "L’asilo di via 25 Aprile non è più una scuola comunale – sottolinea Facciuto –. Quei muri, di proprietà del municipio che per tanti anni hanno ospitato una gestione interamente pubblica, sono stati affidati a un privato. Dare visibilità soltanto a loro significa fare concorrenza sleale, danneggiando chi da decenni lavora tutti i giorni per i concorezzesi. Una condotta dentro alla quale occorre guardare a fondo e che merita verifiche". L’annuncio della svolta risale alla scorsa primavera e fuori e dentro dall’aula - mamma e papà organizzarono anche un corteo di protesta - è stato subito braccio di ferro.