L’Airone d’oro al coraggioso Sorin

Il 48enne di origini romene, in Italia da 19 anni, salvò una bimba di 9 anni caduta nelle acque dell’Adda

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di Barbara Calderola

Airone d’oro all’angelo dell’Adda. Da ieri Sorin Ursut è cittadino benemerito di Cornate. Un giorno storico per il pescatore-eroe 48enne che a giugno salvò dal fiume una bambina di 9 anni caduta in acqua mentre era in gita con il papà. Anche lui si tuffò nel tentativo di strapparla ai mulinelli, ma perse la vita. La tragedia scosse la comunità nel profondo. Il corpo del padre venne ritrovato solo il giorno dopo, due chilometri più a valle, a Trezzo.

"Mi sono buttato appena l’ho vista, pensavo solo ad afferrarla", ha ricordato l’operatore ecologico di origini romene, in Italia da 19 anni, che non ha esitato a mettere a repentaglio la propria vita quando ha capito cosa stava succedendo: "Ho visto la piccola annaspare e poi sparire sott’acqua". Una prova di coraggio e di umanità che non è sfuggita agli amministratori. E all’unanimità hanno deciso di premiarlo. "Siamo di fronte a una storia di perfetta integrazione – ha detto Fabio Quadri, assessore alla Sicurezza, durante la cerimonia nel parco di Villa Sandroni –. Sorin Ursut è un esempio per tutti".

Non era la prima volta per lui, nel 2010 aveva recuperato dalle acque gelide del fiume un altro piccolo di Cornate, di 10 anni. Stesso punto, stesso copione ma con un lieto fine, "allora si salvò anche il papà". "Speravo fosse così anche stavolta, lo vedevo, era a tre metri dalla sponda e invece non ce l’ha fatta. Un’immagine che mi porto dentro". Sabato 20 giugno 2020, l’operaio aveva preso canne ed esche quasi controvoglia.

La pandemia, il lockdown l’avevano fiaccato. "Erano già le 17, un mio amico insisteva, ‘andiamo a pescare’, e alla fine ho ceduto". Non poteva certo immaginare che di lì a poco la vita l’avrebbe messo di nuovo alla prova. "Non sono un eroe. Credo che chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso". Ha visto padre e figlia quando la tragedia era già innescata. Non si sa cosa sia successo sull’isolotto di fronte alla Centrale Esterle. Ricordare non è facile, l’emozione ha il sopravvento. E’ successo tutto in pochi secondi "ma mi hanno segnato per sempre. Quando l’ho abbracciata, la figlia era disperata: mi chiese di portarla in cima alla collina per vedere il papà che correva via. Abbiamo sperato in un miracolo fino all’ultimo per lui. Ma l’Adda è crudele". .