FABIO LUONGO
Cronaca

Keith Haring, non solo graffiti. Viaggio pop tra carta e pennarello

Giovedì l’inaugurazione della mostra “Drawing84“ alla galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea. Una selezione di opere del biennio milanese 1983-1984 provenienti dall’importante collezione di Enrico Pedrini.

Il grande pubblico lo conosce soprattutto per i murales e per i disegni finiti su miriadi di magliette, tazze e altri oggetti. È stato uno degli artisti più noti del secondo ‘900, grazie anche a uno stile particolare e immediatamente riconoscibile, pure da chi non è addentro alle vicende dell’arte contemporanea. Ma il writer e pittore statunitense Keith Haring non è stato solo l’uomo delle opere nei grandi spazi pubblici.

Il modo per scoprire un altro lato dello street artist americano lo offrirà questa settimana la galleria monzese Maurizio Caldirola Arte Contemporanea, che nei suoi spazi di via Volta proporrà da giovedì la mostra dal titolo “Drawing84“, un viaggio tra le opere su carta realizzate da Keith Haring. In esposizione ci saranno in particolare lavori che risalgono al biennio 1983-1984, gli anni del soggiorno milanese dell’artista americano. Si tratta di opere disegnate con pennarello su carta o, più eccezionalmente, tempera su carta, alcune di piccolo formato e altre di taglia maggiore. Provengono tutte dall’importante collezione di Enrico Pedrini, studioso e critico pavese che nel corso del tempo si è interessato all’arte concettuale, all’eredità del minimalismo e alla Graffiti Art. Pedrini è stato un collezionista bulimico, un generoso mecenate, un teorico autore di una quarantina circa di libri, gallerista, organizzatore di mostre in mezza Europa e direttore del padiglione di Taiwan alla Biennale.

Anche per questo “Drawing84“ vuole essere pure "un omaggio a quel sentimento collezionistico che spesso anima la sussistenza dell’arte – spiegano dalla galleria Caldirola –. Quel sentimento nobile di tutela e garanzia e quell’insaziabile voglia di divulgarne i sentimenti generativi. In modo che il valore dell’arte possa essere percepito come esperienza di incontro tra storie, vite, opere, sguardi".

La mostra, che sarà inaugurata giovedì alle 19 e resterà poi visitabile fino al 12 maggio, permetterà di ammirare da vicino lo stile di Haring, in cui il disegno metropolitano richiama in qualche modo i graffiti preistorici da cui tutto ha avuto inizio, un’arte nella quale il segno diventa disegno, ma solo per un attimo, prima di tornare a essere nuovamente segno, richiamo a quell’origine che sta prima della figurazione e che è la scrittura. Tra omaggi a Picasso, dischi volanti, uomini e cani, cuori e televisori, esplosioni nucleari, serpenti e delfini si potrà vedere come Haring riflette sulla linea e la forma, ma pure su temi come la vita e la morte, il sacrificio e la speranza, l’amore, la libertà, l’energia nucleare e i mezzi di comunicazione di massa.