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Karine Cogliati, morta a 26 anni per overdose a Carate Brianza: ai domiciliari il pizzaiolo-pusher accusato d’averla drogata e abbandonata in un bosco

Il ritrovamento del corpo della ragazza il 16 febbraio scorso fra le boscaglie. Da allora Giuseppe Bernardini è accusato dei reati di occultamento di cadavere e per aver provocato la morte della ventenne cedendole delle dosi di droga

Karine Cogliati, di origini italo-brasiliane, aveva appena 26 anni. A destra, il bosco in cui è stato trovato il corpo

Karine Cogliati, di origini italo-brasiliane, aveva appena 26 anni. A destra, il bosco in cui è stato trovato il corpo

Carate Brianza (Monza e Brianza), 24 maggio 2025 – I carabinieri della Compagnia di Seregno hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di Giuseppe Bernardini, 46 anni, residente a Carate Brianza.  

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I capi d’accusa

Giuseppe Bernardini, di professione pizzaiolo e pusher, è indagato per i reati di occultamento di cadavere, morte come conseguenza di altro delitto e detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, nell'ambito delle indagini avviate lo scorso 16 febbraio quando in una zona boschiva di Carate Brianza venne rinvenuto il corpo senza vita di Karine Cogliati, la giovane donna di origine brasiliana, 26 anni, e madre di due bambine.

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Quella dose fatale 

Secondo quanto emerso nel corso dell'attività investigativa, il 46enne avrebbe ceduto alla donna  dello stupefacente, la cui assunzione ne avrebbe determinato il decesso. Dopo aver trascorso col corpo esanime della ragazza un'intera notte in un motel della zona, Bernardini le aveva legato mani e piedi utilizzando una felpa per poi trasportarla in un bosco, in una zona impervia della valle del Lambro, nel tentativo di nascondere il corpo,  che era poi stato rinvenuto da uno sportivo di passaggio in quella zona.

Karine Cogliati lavorava saltuariamente per la pizzeria di cui era titolare Bernardini
Karine Cogliati lavorava saltuariamente per la pizzeria di cui era titolare Bernardini

Il business dello spaccio 

Le indagini hanno inoltre fatto emergere elementi probatori in merito a un'attività di spaccio di stupefacenti che l'indagato avrebbe condotto con continuità per circa un anno. Bernardini avrebbe infatti gestito un giro di spaccio di coca con un gruppo di tossicodipendenti della zona di Carate, ai quali dava anche lavoro saltuario come addetti per le consegne delle pizze. Fra loro c’era Karine.

Cos’è successo quella notte 

Da quanto è stato ricostruito, Karine alla fine del turno in pizzeria avrebbe trascorso la serata del 14 febbraio con Bernardini per consumare insieme della droga. Prendono una camera in un motel. Entrambi, oltre allo stupefacente assumono dell’alcol. Un mix che si rivela fatale per la giovane. Intorno a mezzanotte, la 26enne accusa infatti un malore che non le lascia scampo. Bernardini trascorre l’intera nottata nel motel, accanto al corpo senza vita della ragazza. Per poi abbandonarlo, raggomitolato e legato con la felpa che Karine indossava, in un bosco. Si mette al volante dell’auto e fugge in Slovenia.