BARBARA APICELLA
Cronaca

Intervento del Policlinico salva la vita al papà 42enne

Aorta seriamente compromessa, molti specialisti si erano rifiutati di operarlo. Introdotta un’endoprotesi progettata e realizzata su misura negli Stati Uniti

di Barbara Apicella

I chirurghi del Policlinico di Monza lo hanno salvato. Intervenire su quella dissezione dell’aorta a livello toraco-addominale era troppo rischioso e i molti specialisti ai quali il paziente si era rivolto si erano rifiutati di operarlo. Un rischio troppo grande, ma al Policlinico di Monza hanno voluto provare a donare una seconda vita a quel papà di 42 anni che rischiava di morire.

Una storia a lieto fine quella che arriva dall’ospedale di via Amati. Mercoledì scorso un’equipe di specialisti, guidati dal professor Enrico Maria Marone, ha eseguito un importante e delicato intervento chirurgico su un uomo di 42 anni di Roma, sposato e papà di un bambino di 7 anni, che aveva avuto una dissezione dell’aorta a livello toraco-addominale.

L’aorta era seriamente compromessa con il rischio, molto concreto, che prima o poi si sarebbe rotta. A quel punto per l’uomo ci sarebbe stato ben poco da fare. Quel giovane papà a Monza ha trovato la sua seconda possibilità.

Il professor Marone, direttore dell’Unità operativa di chirurgia vascolare del gruppo Policlinico e professore di Chirurgia vascolare all’università di Pavia, ha deciso di prenderlo in carico. I rischi c’erano, l’intervento era altamente complesso, ma per la giovane età del paziente era importante tentare. Un intervento, peraltro, che il professor Marone aveva già eseguito al San Raffaele di Milano e all’ospedale San Matteo di Pavia.

L’intervento, eseguito in anestesia generale, è durato poco meno di tre ore. I chirurghi hanno eseguito un piccolo taglio a livello dell’inguine e gli hanno inserito una endoprotesi che era stata progettata e realizzata su misura per l’uomo negli Stati Uniti.

"Ho visitato il paziente a novembre 2021 – spiega il professor Marone –. Anche se seria, fortunatamente, la situazione della sua aorta non era ancora compromessa. Abbiamo avuto il tempo per organizzare l’intervento nei minimi particolare e soprattutto per far progettare e realizzare la endoprotesi negli Stati Uniti. Dopo quattro settimane è arrivata in Italia". A quel punto andava solo definita la data dell’intervento. Il 29 dicembre il paziente è entrato in sala operatoria; il giorno successivo era già in piedi e mangiava da solo. Un intervento frutto di un importante lavoro di collaborazione tra professionisti di specialità diverse.

Il professor Marone è stato affiancato dalla dottoressa Chiara Brioschi (chirurga vascolare), dal dottor Enrico Visetti (responsabile di Anestesia e rianimazione), dal dottor Filippo Scalise (responsabile della Cardiologia interventistica), dal dottor Matteo Pisani (cardiologo che per tutta la durata dell’intervento ha monitorato l’aorta attraverso l’ecografo trans esofageo), e dal dottor Giuseppe Vaccari (cardiochirurgo pronto ad intervenire in caso di necessità). "Sapevo che l’intervento sarebbe stato complesso, ma a quel giovane papà andava data una seconda opportunità", sottolinea il direttore dell’Unità operativa del Policlinico.

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