
La Y10 incidentata
Bellusco (Monza Brianza), 7 ottobre 2018 - Non si era accorta che c’erano e li ha falciati. Il parabrezza della sua «Y» distrutto dall’impatto con i corpi per lei è già il simbolo della notte che ha stroncato tre vite. La sua e quella di Youssef Oujaa e Aziz Oukhanekch. L’investitrice della Monza-Trezzo, al volante dopo aver bevuto, e le vittime, due muratori marocchini di 33 e 38 anni. Abitavano a Cornate, regolari in Italia, lavoravano a singhiozzo, seguendo l’andamento altalenante dei cantieri.
Sabato alle 4, stavano tornando a casa a piedi dopo essere stati fermati a un posto di blocco, sempre a Bellusco, dove sono morti poco dopo, per una manovra fuori norma. Alla guida, nessuno dei due, ma un terzo amico di 29 anni, pure lui positivo all’alcol-test, fatto che ha spinto i militari al ritiro della patente e al sequestro dell’auto, una Ibizia. Anche loro non avevano disdegnato qualche bicchierino durante la serata e non erano in condizione di fare da autisti. Il gruppetto si è incamminato fino a quando Youssef e Aziz hanno lasciato il collega arrivato a destinazione. Non sapevano che ad attenderli c’era un destino atroce. E, cioè, lo scontro con l’utilitaria dell’impiegata 21enne di Ornago, che non li ha visti. Anche lei stava rientrando e c’era quasi. Ma è in quella manciata di metri che la separavano dal suo letto, quasi davanti alla stazione carabinieri sulla Provinciale, che i due uomini sono saltati per aria come fantocci, il primo caduto vicino alla macchina, l’altro sbalzato oltre il fosso. Sono tornate le gazzelle e i soccorsi.
Un'occhiata alla terribile sequenza che gli si è parata davanti, è bastata a tutti per capire che c’era poco da fare. I corpi, straziati dall’impatto, hanno rivelato una morte immediata. Probabilmente, i carpentieri non hanno neanche avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo. Per un po’ si è cercato anche il terzo uomo, trovato, poi, ignaro della fine atroce fatta dai suoi amici fra le pareti domestiche a smaltire la sbornia. La ragazza, invece, sotto choc, è stata accompagnata all’ospedale di Vimercate, dove come prevede la legge è stata sottoposta alla verifica sull’alcol. Anche lei è risultata positiva. È stata arrestata con l’accusa di omicidio stradale. Adesso, è ai domiciliari. «Una tragedia da qualunque punto di vista. Ora, è il momento del lutto e del silenzio», dice il sindaco Roberto Invernizzi corso sul luogo dell’incidente. Profondamente scosso dalla scena sussurra: «Non potrò mai dimenticarmela».