DARIO CRIPPA
Cronaca

In mezzo al nubifragio. I pompieri raccontano: "L’acqua travolge tutto è peggio delle fiamme"

Scantinati allagati, la ricerca di persone intrappolate, la paura della gente "Per le strade col carro fluviale, per fortuna erano saliti tutti ai piani alti".

In mezzo al nubifragio. I pompieri raccontano: "L’acqua travolge tutto è peggio delle fiamme"

In mezzo al nubifragio. I pompieri raccontano: "L’acqua travolge tutto è peggio delle fiamme"

"Abbiamo chiuso l’ultimo intervento alle 5.30, forza!". L’ultimo turno ha smontato ieri alle 8. C’era gente che era al lavoro dalle 5.30 del giorno prima. Perché "il pompiere paura non ne ha" recita l’inno. Ma dell’acqua, anche se non si può dire, un po’ sì. Ore 5 del mattino di martedì, sulla Brianza si abbatte un nubifragio. Cantine e sottopassi si allagano, i tombini saltano, strade e piazze vengono sommerse. A Meda l’epicentro. Esonda il Taro. L’acqua invade le strade e bussa senza molto ritegno alle case. "La gente è salita subito ai piani superiori" dicono dal comando provinciale dei vigili del fuoco, dove nel giorno e nella notte più lunghi hanno dislocato 60 uomini oltre alla quarantina dai 6 distaccamenti volontari. Francesco Longo è il caporeparto, 49 anni, una trentina nei vigili del fuoco. "Ma qui in queste situazioni non ci sono capi. Tutti ci aiutiamo, tutti sbagliamo". Primo comandamento, salvare. "L’acqua non la puoi fermare. Trascina tutto, persone, alberi, macchine".

Questo è il guaio. "Quando sei lì e comincia a sommergere tutto ti domandi, e adesso? Hai la pompa in mano e corresti inventarti qualcosa ma sai che non potrai farci niente" riflette Giacinto Longo. Siciliano, ha 52 anni, ha lasciato moglie e figli a Trapani per fare il caposquadra a Monza. "In Sicilia ero abituato allo scirocco e agli incendi, qui sto scoprendo il maltempo". Il rumore dell’acqua, ecco. E "la fanghiglia ovunque". Dario Martini, 39 anni, originario di Caltanissetta, è ormai in Brianza da tempo. "Per le strade di Meda l’acqua era salita a un metro. Nelle cantine a 2-3 metri. E in quelle condizioni, le porte non si aprono, prima devi far uscire un po’ d’acqua". "È entrata anche all’asilo nido": Maria Divina Dodaro, 35 anni, arriva da Cosenza, ma ormai è a Monza da qualche anno e "credo che ci resterò". "I nostri interventi erano cominciati a Monza, quando è straripata la roggia del Lupo". La gente quando tutto esonda si spaventa. "Abbiamo tirato fuori una Tesla a Bovisio Masciago sommersa". L’automobilista in panico. Qualcuno si arrabbia.

"Ma poi a vederci tirano un sospiro di sollievo, una vecchietta era preoccupata per noi" racconta un pompiere. Ma quando tutto si allaga, che si fa? "Per prima cosa abbiamo mandato avanti in avanscoperta i fluviali" spiega il caporeparto. Quelli del Nucleo Saf, speleo alpino fluviale, con il carro fluviale. Mario Scimone e Francesco Stasi hanno superato i durissimi addestramenti necessari e sono i prescelti. "Andiamo con tutta l’attrezzatura, muta, giaccone ma anche gommoni - racconta Mario, 40 anni - la prima cosa da fare è mettere in sicurezza le persone. Monitorare che nessuno sia rimasto intrappolato". Mario lo sa, è anche un Usar (Urban Search And Rescue ), i pompieri specializzati in disastri. All’ultimo terremoto in Turchia era li’ fra i soccorritori. Le occhiaie e i volti di tutti sono segnati dalla stanchezza. "A volte non sappiamo neanche noi come facciamo, ma..." bofonchia Francesco Stasi. E ora tutti a nanna. Il prossimo turno già ieri alle 20. Giovedì è prevista un’altra allerta meteo.