"In crisi un settore che in Brianza conta 40mila persone"

Preoccupazione tra i sindacati per gli esuberi nelle aziende di Monza come Candy e Peg Perego. La crisi nel settore metalmeccanico minaccia migliaia di posti di lavoro.

"In crisi un settore che in Brianza conta 40mila persone"

Sono 104 su 263 dipendenti gli esuberi annunciati alla Peg Perego di Arcore

"Candy, Peg Perego, Fimer, Flowserve, Sanvito&Somaschini e diverse altre aziende più piccole sono i casi che non ci stanno facendo vivere l’estate in maniera tranquilla, perché l’impatto che si avrà sui lavoratori sarà pesante", dice preoccupato Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Brianza.

"La parola d’ordine sembra essere esuberi – prosegue il sindacalista – esuberi in Candy, esuberi in Peg Perego, esuberi in Flowserve, le grandi multinazionali scricchiolano ed il sindacato viene chiamato solo quando si deve celebrare il funerale o le chiusure, mai quando si deve discutere di piani di rilancio. Tutto questo è inaccettabile".

Su Candy la posizione è molto netta: "Pretendiamo di sapere quali siano le prospettive. Le continue sforbiciate al personale non suggeriscono certo una crescita. Il confronto riprenderà a settembre, i manager dovranno chiarire quali sono le sorti di questa fabbrica". Anche il destino di Peg Perego preoccupa molto i sindacalisti. "L’esubero dichiarato è pari al 40% del personale – sottolinea Adriana Geppert di Fiom Cgil Brianza – qui parliamo di una crisi lunghissima che si trascina dal 2018, con i lavoratori che stanno in fabbrica al massimo 20 ore a settimana". Mentre sulla Flowserve la preoccupazione diventa un j’accuse: "Il taglio nasce dalla volontà di trasferire parte della produzione in India – ricorda la Geppert – non da una crisi nei conti. Gli ordini ci sono, il fatturato cresce. L’azienda ha sempre rifiutato gli ammortizzatori sociali, che avrebbero salvato i posti e offerto una prospettiva. Hanno abbandonato il tavolo della trattativa negando anche le uscite volontarie". Poi, come una voragine, si è aperta la crisi del settore automotive che sta risucchiando tante aziende brianzole. "È facile prevedere che avremo un autunno caldo, di mobilitazione – anticipa il segretario Occhiuto – Quello metalmeccanico è un settore che dà 40mila posti di lavoro in Brianza, di cui 10mila nell’automotive, fra piccoli e grandi nomi della componentistica. In tutti i campi paghiamo l’assenza di politiche industriali e sull’auto ancora di più per le incertezze che accompagnano la transizione all’elettrico, che in questo momento non è governata. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm stanno da tempo chiedendo al Governo di aprire tavoli di confronto per gestire le crisi e rilanciare i vari settori industriali, senza però ricevere alcuna risposta".

Alessandro Salemi