REDAZIONE MONZA BRIANZA

"In cancelleria penale ora nessuno lavora più da casa"

Ma cresce la tensione con gli avvocati soprattutto per gli assembramenti fuori dalle aule e l’organizzazione dei processi

"In cancelleria penale non c’è più nessuno che lavora in smart working. Siamo tornati tutti in presenza e basta fare un giro dentro gli uffici per capire che siamo più di quanti dovremmo essere. Gli assembramenti fuori dalle aule? Alcuni giudici hanno provveduto a notificare ai difensori lo scaglionamento degli orari delle udienze".

I cancellieri del Tribunale di Monza respingono le polemiche scatenate da alcuni avvocati sui ritardi e gli arretrati che si sono accumulati durante il lockdown causato dall’emergenza Coronavirus, in cui la metà degli impiegati amministrativi della giustizia lavoravano per metà settimana da casa per il rischio di contagio da Covid.

"C’è il massimo sforzo organizzativo da parte mia e del personale dipendente, una forza lavoro esigua che cerca di fare il possibile per recuperare gli arretrati - ha già chiarito la presidente del Tribunale Laura Cosentini - Con lo smart working è vero che ci siamo trovati in difficoltà perchè a casa gli impiegati non potevano utilizzare lo stesso sistema informatico presente in ufficio, che non è stato fornito. Stiamo cercando di recuperare, ma per ora si lavora sulle urgenze delle urgenze".

Ieri gli avvocati si sono ancora lamentati perchè chiamati in molti allo stesso orario per i processi e costretti a restare assembrati fuori in cortile.

"Cambiare il calendario vorrebbe dire rinotificare di nuovo a tutte le parti e non ce lo possiamo permettere - ha risposto la presidente del Tribunale di Monza - Le udienze che erano già state fissate devono per forza di cose restare così".

"La mia udienza era fissata da giugno, quindi avrebbero avuto tutto il tempo per rifare una notifica - ribatte una avvocata coinvolta nell’assembramento - Finché il tempo lo permette possiamo anche attendere in cortile, ma voglio vedere quando pioverà o inizierà a fare freddo. A me personalmente non risulta che qualche giudice abbia preso provvedimenti per scaglionare le udienze a orari diversi. È capitato invece che il giudice sia uscito in cortile chiedendoci di avere pazienza e di metterci d’accordo tra di noi su chi doveva entrare per primo".

Stefania Totaro