STEFANIA TOTARO
Cronaca

L’investimento trappola nel cinema. Commercialista finisce a processo

Il professionista avrebbe convinto i finanziatori promettendo interessi elevati. Ma i soldi sono spariti. L’imputato nega le accuse e punta il dito su un consulente.

Agli investitori erano stati promessi interessi dal 12 al 16 per cento lordi

Agli investitori erano stati promessi interessi dal 12 al 16 per cento lordi

L’affare era quello di investire nel finanziamento di una società cinematografica che aveva già prodotto una commedia natalizia uscita nel 2022 con Raoul Bova, Serena Autieri, Tullio Solenghi e Ornella Muti. Ma i soldi versati, con la promessa di interessi dal 12 al 16% lordi, per un nuovo film sarebbero spariti. Un presunto raggiro che ora ha portato davanti al tribunale di Monza come imputato di truffa un commercialista milanese di 54 anni, Davide Guzzi.

A denunciarlo e ora parti civili al processo, un 54enne socio del Rotary Club di Saronno (che ha fatto la comparsa nel film del 2022), che gli ha versato 50mila euro, e una 81enne varesina residente a Corbetta che, con il marito, ha pagato 25mila euro. I fatti contestati risalgono al 2018. "Guzzi era socio del Rotary Club di Saronno e nel 2017 ha presentato la sua esperienza nel mondo del cinema mostrando slide di un’agenzia di produzione cinematografica in cui si poteva investire - ha raccontato in aula una rappresentante del consiglio direttivo -. Poi nel giugno 2018 si è trasferito in un altro club".

Al dibattimento ha testimoniato anche il marito della parte civile 81enne. "A inizio 2018 un conoscente mi ha presentato Guzzi, dicendomi che era un commercialista e anche sceneggiatore. A febbraio Guzzi mi ha proposto possibili investimenti in ambiente cinematografico per l’uscita di un nuovo film dal titolo “The Straight Path - La Retta Via”, lasciandomi una brochure con gli importi, i corrispettivi e il margine di interesse. Io e mia moglie abbiamo deciso di investire i soldi che avevamo messo da parte per comprare una nuova auto. Abbiamo firmato un contratto stipulato a nome di tale Luca Rossi, mai conosciuto, e fatto il bonifico. Ci è arrivata una mail che la produzione era iniziata e nel 2020 un’altra che annunciava il saldo di quanto a noi dovuto".

Nel frattempo il nome della società a cui arrivavano i bonifici era cambiato. "Da Minosse a Partenope - ha continuato il testimone -, ma i soldi non li abbiamo mai visti. Ho contattato Guzzi che mi ha consigliato di proporre di rateizzare quanto a noi dovuto, l’ho fatto ma poi sono spariti tutti". Il commercialista, che ha già fatto annunciare dalla sua avvocata che non intende sottoporsi all’interrogatorio davanti al giudice, nega di essere un truffatore e punta il dito sul consulente finanziario che ha promosso gli investimenti, chiamando a testimoniare un’anziana che nel 2019 aveva investito con sua sorella 215mila euro, riuscendo poi a bloccare tutto. Si torna in aula a maggio.

S.T.