Il tubero venuto dall’America nei piatti dei palati più raffinati

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In principio sono state Biancona e Kennebec. Oggi ci sono anche altre varietà, la patata di Oreno fissata dal protocollo deve essere solo a pasta bianca.

È questa la caratteristica che ha catapultato la regina dei campi di casa nell’olimpo delle prelibatezze riconosciute ufficialmente.

La vocazione del territorio alla sua coltivazione è secolare, la prima comparsa risale ai banchetti rinascimentali, ma è nell’Ottocento, quando i viticoltori rovinati dalla fillossera, un parassita, ripiegarono sul tubero che la produzione si intensifica. Dal 1968 la sagra celebra il matrimonio fra il borgo medievale e il prodotto venuto dall’America con i missionari. L’equilibrio dei minerali nel terreno in questo spicchio di provincia e la sua capacità di trattenere l’umidità evitando il ristagno d’acqua danno quel sapore ricco e intenso che i palati più raffinati riconoscono a occhi chiusi.

La filiera corta, controllata e tracciabile, è certificata dal marchio “Made in Brianza“ del Comune, di Coldiretti e della Camera di Commercio ed è Prodotto di qualità della Regione, una sorta di “Dop“.

Si semina tra fine marzo e aprile e si raccoglie a settembre.

"È tardiva – sottolinea Giuliano Fumagalli di Agrifoppa – è il motivo per cui in estati come questa tende a bruciare".

Bar.Cal.