
di Stefania Totaro
Dall’ala est del Tribunale, in vista della tanto attesa ristrutturazione dopo che da anni ormai se ne è andata la Procura, sgomberati i giudici civili e anche gli avvocati, costretti a chiedere un finanziamento alla Cassa forense per traslocare perché il ministero della Giustizia non si accolla neanche una spesa. Per la fine di luglio dovrebbero essere liberati tutti i locali della parte destra del Palazzo di piazza Garibaldi per iniziare ad approntare il cantiere. I lavori, secondo le indicazioni ricevute dalla presidente del Tribunale di Monza Maria Gabriella Mariconda, dovrebbero invece iniziare da settembre, quando l’intera ala inizierà ad essere smantellata per poi essere rifatta.
Bisogna tenere presente che il Tribunale è un edificio del Seicento - che peraltro avrebbe bisogno di manutenzione anche nell’ala ovest (i corridoi al secondo piano, ad esempio, sono rimasti transennati dall’ultimo forte temporale per il rischio di caduta di calcinacci dal soffitto) - e la carenza di spazi alternativi impone di dividere il cantiere in più fasi. Si libereranno alcuni spazi, ma altri uffici e aule chiuderanno e andranno in via Vittorio Emanuele. Mentre i tempi non sono ancora maturi per il trasferimento di altre sezioni dei giudici civili in via Prina e in via Annoni. E invece di un immobile in via Cavallotti che poteva essere utilizzato, già pronto e perfetto, con 150 posti auto, è stato scelto l’ex distretto militare di piazza San Paolo dove gli spazi sono camerate con solo due finestre e quindi non si potranno fare uffici ma c’è stato l’ok da parte del Demanio.
Una situazione di disagio che non ha risparmiato neanche gli avvocati del Foro di Monza. "Abbiamo dovuto sgomberare la sede dell’Ordine monzese e trasferire gli uffici in via de Gradi dove c’è già l’Organismo di Conciliazione – spiega la presidente Enrica Michela Malberti –. Ci hanno lasciato la ex sala avvocati come front office ma la sede è trasferita in via Mantegazza, dove siamo noi a pagare l’affitto. Abbiamo più volte scritto al Ministero ma non ci hanno riconosciuto un euro, nonostante la legge imponga di farsene carico. Non ci hanno pagato neanche il trasloco. Per arredare il front office al secondo piano del Tribunale e per trasferire il server in via Mantegazza e i nostri fascicoli da affidare ad un deposito esterno abbiamo dovuto chiedere un finanziamento alla Cassa degli Avvocati. Mentre per la sede di via de Gradi, che ci è stata messa a disposizione dal Comune prima che si occupasse di tutto il Ministero, il contratto è ormai scaduto e stanno pagando l’indennità di occupazione".
