Il terremoto in Giunta "Chi rema contro è fuori"

Il sindaco Maurizio Bono spiega i motivi del licenziamento del suo vice. L’opposizione all’attacco: "Non è un bel segnale, serve un cambio di passo".

Il terremoto in Giunta  "Chi rema contro è fuori"

Il terremoto in Giunta "Chi rema contro è fuori"

di Barbara Calderola

Dietro al divorzio in giunta ad Arcore ci sarebbe anche il caso Pedemontana. L’ex vicesindaco Pino Tozzi non condividerebbe la linea di Maurizio Bono, critico sulla nuova autostrada, ma è lo stesso primo cittadino che chiarisce: "Sono stato eletto per fare il bene della comunità. E questo è il motivo del tagliando in giunta a un anno e mezzo dal nostro insediamento. Verifiche su progetti e attività, esattamente come si fa con un’auto in rodaggio. È emersa la necessità di aggiustare il tiro".

Al centro del caso "c’è il progetto sicurezza che avevo chiesto a Tozzi e sul quale dovremo recuperare: non è stato fatto quello che avevamo condiviso".

Bono aspettava soluzioni "su due nodi viabilistici, la rotonda dell’Md e la provinciale per Camparada: le lamentele continuano e dobbiamo ricominciare tutto daccapo. La parola d’ordine è ‘fiducia’ e per me è venuta meno. Amministrare significa dare risposte alla gente, cioè passare dalle parole ai fatti. Vale anche per i rifiuti – aggiunge –. I selfie con la promessa di intervenire non bastano. Il ritardo accumulato sin qui non ha giustificazioni. La giunta non può lavorare con il freno a mano tirato, o addirittura con qualcuno che rema contro dall’interno. Non ci sono retroscena: la scelta di voltare pagina nasce da qui".

Tozzi per ora non parla. A differenza dell’opposizione. Paola Palma, capogruppo di Prospettiva civica, si augura che "il terremoto nella maggioranza sia un nuovo inizio. Il cambiamento promesso sin qui è solo un mucchio di parole. A partire da Pedemontana. Quando si è trattato di schierarsi sul serio il sindaco e i suoi hanno votato contro la nostra mozione che ribadiva il no alla colata di cemento. La revoca di Tozzi, che aveva un ruolo di peso nell’amministrazione, non è un bel segnale – spiega –. Possiamo solo augurarci per il bene della città che sia la cesura necessaria per un cambio di passo annunciato ogni volta e mai davvero arrivato. Penso a Villa Borromeo, alle tante parole spese sul rilancio della dimora e del commercio. Peccato che le cose stiano esattamente dove le abbiamo lasciate noi nel 2021. E la stessa cosa vale per tanti altri temi, a partire dalla sicurezza: è lo stesso sindaco che l’ha ammesso licenziando il suo vice".