Il regalo della Roche Migliaia di ore di bontà

PizzAut, CasAmica per i pazienti che arrivano da lontano, Lilt e Legambiente potranno beneficiare dell’assistenza dei dipendenti della casa farmaceutica.

Il regalo della Roche  Migliaia di ore di bontà

Il regalo della Roche Migliaia di ore di bontà

di Barbara Calderola

È cominciato tutto durante la pandemia quando Roche si mise a disposizione delle istituzioni per gestire un call-center d’emergenza nel momento più critico dell’attacco del virus. Personale specializzato, tanti con laurea in materie scientifiche in tasca, a disposizione della comunità, fu questa l’idea del management nell’ora più buia. E adesso l’impegno del colosso farmaceutico torna in campo. L’azienda dona 4mila ore di attività – 500 giornate di lavoro – a quattro realtà che fanno della sostenibilità una bandiera, non solo in campo ambientale, ma anche economico e sociale in linea con gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite.

I dipendenti metteranno tempo e competenze a disposizione di PizzAut, la mini catena inclusiva – per ora i locali sono due, uno a Monza e l’altro a Cassina de’ Pecchi – fondata da Nico Acampora e interamente gestita da giovani autistici; ma anche di CasAmica Odv, impegnata nell’accoglienza di pazienti che arrivano da lontano e nel supporto ai familiari. I volontari aiuteranno anche Lilt Milano Monza Brianza, un nome della prevenzione, della diagnosi precoce, dell’assistenza ai tumori, e Legambiente, il più noto gruppo ecologista del Paese. Il programma realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le Politiche della famiglia - vedrà il coinvolgimento di addetti delle tre società del gruppo, Pharma, Diagnostics, Diabetes Care. Tutto sintetizzato nello slogan “Roche torna a farsi in 4”, scelto per lanciare l’iniziativa. I dipendenti aiuteranno i partner "a portare a termine progetti già avviati, o a organizzare eventi" offrendo un contributo in ambiti specifici, come la ricerca, o il sostegno dei canali di comunicazione. Non solo.

La direzione ha avviato la collaborazione con Banco Alimentare, grazie alla quale la mensa aziendale offrirà ogni giorno pasti alla Fraternità Capitanio, cooperativa monzese che tende la mano ai più bisognosi. La nuova esperienza si ricollega alla prima di volontariato di impresa quando in 250 gestirono 31mila telefonate per un totale di 262 giornate lavorative, 2mila 100 ore di dialogo con cittadini disarmati davanti al Sars-Cov 2.