In Brianza non si ferma l’escalation dei reati contro le donne in ambito familiare e di relazione affettiva. I dati che emergono dall’ultima relazione sull’anno giudiziario firmata dal procuratore monzese Claudio Gittardi, indicano un altro aumento del 12% dei cosiddetti delitti contro la libertà sessuale (261 fascicoli aperti) e del 6% dei reati di stalking (316 casi), mentre ammontano a 603 gli episodi di presunti maltrattamenti.
Un trend sempre in salita negli ultimi tre anni. Calati invece dell’11% i casi di pedofilia e pedopornografia. "La Procura di Monza è attenta ai gravi fenomeni di violenza di genere, violenza domestica e sui minori – scrive il procuratore – tanto da prevedere, con un progetto organizzativo dell’ufficio, un organico di ben 7 sostituti su 16 nel cosiddetto Settore soggetti deboli, violenza domestica familiare e di genere. La sempre maggiore attenzione, tenuta alta dal drammatico numero di atti di grave violenza che vengono consumati nel nostro Paese, dato che, nonostante l’impegno di tutti i soggetti pubblici coinvolti, non tende a diminuire, impone di adeguare costantemente l’operato delle Procure e delle forze dell’ordine per rendere effettiva e tempestiva la tutela delle vittime e prevenire l’aggravarsi di condotte violente".
Alla Procura monzese, spiega Claudio Gittardi, "dedichiamo da tempo molte energie nel garantire la trattazione urgente di questi fenomeni attraverso disposizioni interne che prevedono l’iscrizione urgente di tutte le comunicazioni di notizia di reato di questo settore, che giungono all’attenzione dei magistrati assegnatari entro 24 ore, nonché attraverso direttive alle forze dell’ordine sulla gestione di questi reati". Le nuove disposizioni dettate dalla legge sul Codice Rosso hanno comportato modifiche organizzative di non sempre facile soluzione, anche a causa delle carenze del personale. "I termini assegnati dalle nuove disposizioni normative, che impongono al pubblico ministero di esaminare la persona offesa denunciante al più tardi entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, da un lato si scontrano spesso con la necessità di evitare la cosiddetta vittimizzazione secondaria della persona offesa (costretta in tal modo a ripetere più volte dichiarazioni già rese in sede di denuncia) – continua il procuratore monzese – dall’altro richiedono il coinvolgimento di tutti i magistrati dell’ufficio, anche di quelli specializzati in diverso settore e spesso non tengono conto della necessità di organizzare le audizioni, con il necessario ausilio di esperti".
Il tallone di Achille di questa organizzazione a favore delle donne vittime di violenze è la mancanza di personale di polizia giudiziaria, che, "non ha consentito, fino ad ora, di costituire una squadra interna alla Procura specializzata nella trattazione di questi fenomeni, pur potendo l’ufficio contare su alcune unità di grandissima esperienza e competenza in un settore che presenta spesso vicende di grande delicatezza, come quelle che riguardano gli abusi sui minori", si rammarica Claudio Gittardi. "Ancora una volta assistiamo ad un intervento normativo che, limitandosi ad imporre termini ristrettissimi per la trattazione, nulla aggiunge in termini di risorse disponibili. I sostituti che si occupano di questi casi sono costantemente pressati dalle urgenze, dall’impegno negli incidenti probatori e dalla necessità, una volta concluse le indagini, di chiedere ed ottenere misure cautelari dirette ad impedire la prosecuzione o l’aggravamento dei comportamenti illeciti, con la costante preoccupazione che anche un solo giorno di ritardo possa cagionare alle vittime danni irreversibili".
Stefania Totaro