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Il gelso alto 12 metri e con un diametro di quattro si trova nel cortile della biblioteca Sarebbe stato piantato nel XVI secolo
Pochi soldi, 5mila euro, per un grosso risultato: rimettere in sesto il ’grande vecchio’ di Agrate, il gelso secolare di Villa Corneliani, simbolo della città. Dopo lo choc dell’estate scorsa per il crollo di alcuni rami sotto il peso delle foglie, sono cominciate le operazioni di alleggerimento: taglio delle fronde per permettere allo splendido esemplare di guardare avanti con serenità. La terapia d’urto funziona ed è solo la punta dell’iceberg delle cure che sono state prestate alla pianta nel tempo: passandola in rassegna si notano ancora i mattoni che negli anni Settanta sono stati messi per chiudere i buchi sulla corteccia consumata, una stagione dopo l’altra. Così il ’guardiano verde’ si è ripreso dopo la grande paura di luglio. Secondo la leggenda sarebbe stato piantato a fine XVI secolo e sei mesi fa è stato vittima della “carie del legno“. Al suo capezzale l’Amministrazione ha chiamato un agronomo e la diagnosi dell’esperto ha permesso a tutti di tirare un sospiro di sollievo: l’albero di 12 metri di altezza e 4 di larghezza ce la farà. Ingabbiato da 10 anni, "proprio per aiutarlo" e prima ancorato, da sempre è meta di agratesi alla ricerca di un po’ di fresco. Oggi, se lo godono soprattutto gli studenti che trascorrono il pomeriggio in biblioteca. Ad aprile il gelso era stato inserito dalla Soprintendenza fra gli Alberi monumentali, primo passo verso una tutela ancora più stretta, "le cure per questa pianta sono costanti", assicura il sindaco, Simone Sironi.
L’agronomo aveva messo per iscritto le cause del cedimento parziale: tutta colpa dell’età e "della graduale demolizione della ‘lignina’ che causa le cavità interne che riducono lo spessore del legno, fino a quando i rami stessi non riescono più a sostenere il loro peso". Già in passato proprio per favorirne la stabilità, l’esemplare fu dotato di un’armatura. Ed è proprio grazie a questa soluzione che l’albero, testimone della storia della città e dell’economia del baco da seta protagonista sin dall’età moderna in questo lembo di Lombardia, è rimasto in piedi finora.