STEFANIA TOTARO
Cronaca

Il pallavolista Roberto Cazzaniga e la finta modella: in aula il 9 luglio

Il Tribunale di Cagliari ha fissato al 9 luglio il processo per la presunta truffa ai danni dello sportivo, coinvolgendo Valeria Satta e Manuela Passero. Accuse di una finta love story che ha portato a un sequestro preventivo patrimoniale

Il pallavolista  e la finta modella. In aula il 9 luglio

Il pallavolista e la finta modella. In aula il 9 luglio

Monza – In 13 anni avrebbe sborsato 700mila euro alla fantomatica Maya Mancini, con le sembianze della supermodella e già angelo di Victoria’s Secret Alessandra Ambrosio, frequentata solo al telefono e online, ma convinto che fosse la sua fidanzata. Per la presunta truffa ai danni del pallavolista Roberto Cazzaniga, ora il Tribunale di Cagliari ha fissato al 9 luglio il processo per Valeria Satta, la 40enne di Capoterra nel Cagliaritano ritenuta la protagonista della finta love story (che invano ha chiesto la messa alla prova) e la 34enne di Bernareggio Manuela Passero, amica di Cazzaniga accusata di averlo messo in contatto con lei.

Il giocatore 44enne, residente a Monza e con un passato anche in Nazionale, si è costituito parte civile. Il Tribunale di Monza ha emesso nei confronti delle due donne imputate un sequestro preventivo patrimoniale complessivo di poco meno di 75mila euro, soltanto in relazione al periodo tra il 2016 e il 2021 perché il resto delle accuse sono già cadute in prescrizione. Sotto accusa circa 1.400 transazioni tra versamenti, bonifici, ricariche di carte prepagate a partire dal 2008 fino a quando i suoi compagni di squadra, che invano avevano cercato di fare capire a Roberto di essere vittima di un raggiro a sfondo sentimentale, si sono rivolti a “Le Iene“ scoperchiando il pentolone.

Roberto Cazzaniga e la fantomatica fidanzata Maya non si erano mai incontrati di persona in 13 anni perché lei lo aveva convinto di essere molto malata. Patologie gravi, tutte inventate, ma al pallavolista venivano inviate le foto dei costosi medicinali di cui aveva bisogno. E che non poteva pagare di tasca sua perché, diceva Maya, non poteva momentaneamente attingere alle vaste disponibilità economiche della sua famiglia a causa di motivi burocratici che bloccavano il suo patrimonio dopo la morte dei bisnonni.