BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Il gioiello di Oreno da salvare: campanile, è l’ora del restyling

Vimercate, cominciano i lavori dopo la maxi raccolta fondi lanciata nei mesi scorsi dalla parrocchia. Crepe e ruggine minacciavano la stabilità del monumento. Il costo dell’operazione è di 410mila euro

Le spettacolari operazioni sono cominciate con la rimozione delle campane Poi si passerà agli intonaci interni e quindi al consolidamento della torre

Le spettacolari operazioni sono cominciate con la rimozione delle campane Poi si passerà agli intonaci interni e quindi al consolidamento della torre

Oreno – Dopo la colletta, via ai lavori per salvare la campana minacciata da crepe e da ruggine, l’autogru ha smontato la “voce” del campanile a Oreno. In settimana le spettacolari operazioni nel borgo gioiello di Vimercate seguite da molti fedeli. Con loro il parroco don Luigi Calabresi. Il restyling comincia dopo la raccolta fondi lanciata nei mesi scorsi dalla parrocchia di San Michele Arcangelo, l’iniziativa, “Adotta una campana”, per coprire il costo della sistemazione: 410mila euro.

Una relazione tecnica dopo la diagnosi degli esperti aveva lasciato poco spazio all’immaginazione, il tempo ha rovinato la struttura e solo lavori profondi potranno restituire il monumento alla frazione. Le prime indagini risalgono a settembre 2022, a occuparsene una ditta di Lecco che aveva evidenziato la necessità di importanti saldature per tornare a sentire gli amati rintocchi. Poi, il secondo verdetto, da parte di uno studio di ingegneria di Cernusco sull’indebolimento della base. Ora, la cura.

Si è iniziato rimuovendo le otto campane, si proseguirà con il ponteggio per i lavori esterni, quindi si passerà agli intonaci interni e al consolidamento del castello, la torre che sorregge tutto, per terminare con la nuova posa delle campane. Una quota significativa sarà destinata alla sistemazione della cella che le ospita. A preoccupare in particolare il rivestimento, che dovrà essere ripristinato, per scongiurare il distacco dell’intonaco e di parti in muratura, oggi in cattive condizioni.

La chiesa e il campanile sorgono sulle ceneri di un antichissimo edificio di culto che risale ai Longobardi, furono loro a stanziarsi da queste parti nel VII secolo ed erano devoti di Michele, il santo guerriero. Il complesso fu ricostruito in stile neoclassico su progetto di Giacomo Muraglia nel 1857. All’inizio del Novecento, la posa del nuovo concerto di campane (ridotto dal 2007 quando emersero le prime fessure) per scelta dell’architetto Giuseppe Bagatti Valsecchi. Fu lui a firmare anche la sacrestia e il progetto delle decorazioni realizzate nel 1919. E nel 1957, in occasione del centenario dell’edificio, fu rifatta la copertura del tetto e posato il bassorilievo con il patrono sulla facciata. Ora, dopo tante aggiunte e revisioni è tempo di un nuovo cantiere.