
L’ex tettoia Gavazzi in cerca di rilancio
Le lunghe vicissitudini amministrative non bastano: per riqualificare la tettoia ex Gavazzi bisogna affrontare nuove questioni tecniche. Una su tutte: servono indagini diagnostiche in grado di dare certezze sullo stato di salute del manufatto, per capire in che direzione procedere e poter stimare finalmente la conclusione dei lavori. L’iter, finora, è stato lungo e tormentato. I lavori di recupero della tettoia ex Gavazzi, in via Carducci, erano stati affidati nell’autunno 2022 a una impresa con sede a Caivano (Napoli) prevedendo una spesa complessiva di 900mila euro. L’intervento era atteso: da tempo, almeno dai primi anni 2000, la politica si interrogava sulla necessità di riportare a nuova vita una delle poche testimonianze architettoniche di quella vocazione industriale che aveva portato il nome di Desio nel mondo. Una tettoia, oltretutto con altre due caratteristiche importanti: la prima è il riconoscimento di bene di interesse storico da parte della direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia, avvenuto nel 2013; la seconda caratteristica significativa è data invece dalla collocazione, visto che è pochi passi dal municipio e dal centro. Purtroppo i lavori non erano andati a buon fine. A meno di un anno di distanza, nell’ottobre 2023, riscontrando la negligenza della ditta, gli uffici comunali avevano provveduto a risolvere il contratto. L’impresa sembrava sparita: per il Comune anche la necessità di avviare la battaglia legale per recuperare i soldi. Passo importante quello successivo: scorrendo la graduatoria della gara d’appalto, lavori nuovamente affidati a una impresa di Mariano Comense, con contratto firmato un anno fa. Dopo 15 mesi di stop, insomma, la città ha potuto incrociare di nuovo le dita. Le sorprese, tuttavia, non erano ancora finite. Proprio con la ripartenza dell’attività edile si è scoperto che a seguito della rimozione del manto di copertura da parte dell’appaltatore iniziale, la struttura lignea della copertura e i pilastri rimasti privi di protezioni e quindi esposti agli agenti atmosferici per diversi mesi hanno subito ulteriori danneggiamenti.
Per poter proseguire nel modo corretto ora è necessario fare indagini diagnostiche per determinare la necessità di interventi conservativi o di consolidamento in aggiunta a quelli previsti dal progetto originario. Tempi e spese potrebbero rivelarsi maggiori rispetto alle previsioni. Nel frattempo c’è ancora una risposta da dare a tutti i cittadini: a oggi nulla si sa con certezza sul futuro utilizzo della struttura.
Gualfrido Galimberti