Sarà il 2024 l’anno buono per vedere partire i lavori di riqualificazione della linea di tram Limbiate-Milano? I soldi ora ci sono davvero e l’ultima conferma in ordine di tempo arriva dal senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, che ricorda quanto ricevuto in risposta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ad una sua interrogazione in Senato lo scorso mese di novembre e che oggi trova ulteriore consolidamento dopo l’approvazione anche della Legge Finanziaria del 2024.
"I soldi che servono per la metrotramvia Limbiate-Milano vengono presi dal fondo del Mit del 2023" spiega Romeo. Si tratta quindi di un “avanzo” sui capitoli dell’anno appena concluso che potrà essere utilizzato per la copertura degli extracosti che sono emersi durante le lunghe fasi di progettazione. "Nello specifico - prosegue il senatore Romeo - si provvederà a coprire tali fabbisogni a valere alle risorse stanziate con la Legge di Bilancio 2023 per il Fondo Investimenti destinato al settore dei sistemi di trasporto rapido di massa, per un importo complessivo di 88,5 milioni di euro".
In questo modo si raggiunge la cifra complessiva di 180 milioni di euro a cui è lievitato il progetto di riqualificazione delle linea di cui si è cominciato a parlare fin dal 2012, quando ci fu la prima sospensione del servizio per mancanza di criteri di sicurezza. Seguirono opere di adeguamento temporaneo, sufficienti a riaprire la linea fino al 30 settembre 2022, ultimo giorno di esercizio del servizio tram lungo una tratta su cui aveva iniziato a viaggiare esattamente 100 anni prima (dal 1920 nella sua versione definitiva, lunga 11,6 km). Di riqualificazione della linea per il tram 179, Milano-Limbiate, ribattezzato dai suo molti fedelissimi utenti come “Frecciarancio” si iniziò a discutere appunto nel 2012 e una prima versione del progetto fu addirittura finanziato in parte già nel 2013, prima di quello che alcuni qui ricordano come lo “scippo” di Expo 2015, quando una buona parte degli stanziamenti assegnati al tram vennero dirottati su altre opere necessarie all’organizzazione dell’esposizione internazionale di Milano.
La successiva progettazione portò a un progressivo aumento dei costi, fino a una vera e propria “lievitazione” degli stessi a seguito della crisi economica post Covid, dopo che nel frattempo Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Area Metropolitana di Milano avevano già messo a disposizione oltre 30 milioni di euro e i Comuni della tratta, a fatica, avevano deciso di sostenere, con proprie quote, il progetto, che attraversa Limbiate, Varedo, Senago, Paderno Dugnano e Cormano, oltre ovviamente alla Città di Milano che, attraverso Atm, è responsabile della progettazione. Si è arrivati alla fine a poco meno di 180 milioni di euro per meno di 12 km di binari, ovvero 15 milioni di euro al km.
Lo scorso mese di novembre, dal Comune di Milano la rassicurazione che, in caso di conferma della copertura dei costi da parte del Governo, sarebbe partita a stretto giro la gara per l’assegnazione dell’appalto così da vedere i cantieri entro la fine di questo nuovo anno.