
A quasi 14 anni dallo scempio ambientale, non si placano le polemiche sul futuro dell’area Lombarda Petroli. L’ex raffineria è balzata alla ribalta delle cronache nazionali per lo sversamento, nella notte del 22 febbraio 2010, di quasi 3mila tonnellate di gasolio e oli combustibili che dal fiume Lambro finirono fino al delta del Po. Nel processo penale sono stati condannati con sentenza definitiva il titolare della Lombarda Petroli Giuseppe Tagliabue (la pena di un anno e 8 mesi per disastro colposo più altri 9 mesi per reati fiscali, quest’ultima un po’ limata per alcune intervenute prescrizioni) e il custode della ex raffineria Giorgio Crespi a un anno e 6 mesi con la pena sospesa. Confermata anche la condanna dell’azienda come responsabile civile per il risarcimento dei danni alle numerose parti offese costituite, tra cui il Comune di Villasanta. Nella "volontà di sottrarsi al pagamento delle accise" è stato il movente indicato dai giudici della Corte di Cassazione. Lombarda Petroli è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Monza nel novembre del 2017. La curatela del fallimento mira a piazzare tutti i lotti all’asta giudiziaria per soddisfare i creditori.
Ma il Comune di Villasanta ha ripensato con un nuovo Pgt il futuro dell’area riducendo i volumi e chiudendo la porta al residenziale. Una decisione che ha provocato una lunga guerra a colpi di carte bollate tra amministrazione comunale e curatela del fallimento, affidata alla commercialista Elisabetta Brugnoni, secondo cui una limitata possibilità edificatoria condurrà l’area di Lombarda Petroli ad uno stallo di invendibilità permanente.
S.T.