REDAZIONE MONZA BRIANZA

Il delitto dello spacciatore Testimone sotto accusa

Giallo del mandante: un 20enne nega di sapere, la pm chiede di procedere per falso

Il delitto dello spacciatore Testimone sotto accusa

Si conclude con la richiesta di procedere per falsa testimonianza nei confronti di un ventenne l’istruttoria del dibattimento per il presunto complice nell’omicidio di Cristian Sebastiano. E nella prossima udienza, fissata per il 24 marzo, la parola spetterà alla Procura sull’eventuale richiesta di condanna per l’imputato di un processo che è rimasto indiziario. "Giovanni non c’era, non c’entra nulla con questa storia", ha già detto davanti ai giudici della Corte di Assise di Monza R., che aveva 14 anni il 29 novembre 2020 quando insieme a S. di 15 anni ha ucciso con una trentina di coltellate sotto i portici dei palazzi popolari del quartiere San Rocco a Monza l’amico 42enne, rapinandogli una dose di cocaina. Entrambi, tossicodipendenti e residenti nello stesso quartiere, hanno confessato e sono già stati condannati a 14 anni e 4 mesi di reclusione, confermati anche nel processo di appello. Però è intervenuta la Corte di Cassazione, che ha annullato la sentenza, rimandandoli di nuovo al processo di appello. Ma di fatto togliendo anche la possibilità di sentire i due baby killer come testimoni se la sentenza fosse diventata definitiva, da parte della pm monzese Sara Mantovani, che ha mandato alla sbarra Giovanni Gambino, 44enne monzese vicino di casa e amico della vittima e dei baby killer, anche lui consumatore abituale di droga, dall’aprile 2011 in carcere per concorso in omicidio. Contro di lui alcune voci riferite in un tam tam tra i ragazzi del quartiere, secondo cui sarebbe stato l’imputato a telefonare da una cabina telefonica a Cristian Sebastiano per farlo presentare all’appuntamento con i due minorenni per l’acquisto di cocaina. Ma in aula queste voci si sono trasformate in "non ricordo" o in "l’ho sentito soltanto dire" da tutti i giovani, alcuni anche minorenni, chiamati a testimoniare.

Ieri è stata la volta dell’ultimo di questi, un ventenne monzese che abita nello stesso palazzo di Cristian. "Conoscevo Cristian e anche R. e S., eravamo nella stessa compagnia - ha raccontato il ragazzo - Giovanni Gambino invece lo conosco di vista. Non ho mai detto che è stato lui a telefonare a Cristian. Tutti dicono che io so tutto di quello è successo? Non saprei perchè lo dicono, forse perché io li conoscevo tutti". Parole ritenute oggetto di falsa testimonianza da parte della pm, che ha chiesto la trasmissione del verbale per procedere contro il ventenne.

Stefania Totaro