ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

All’Irccs San Gerardo servono 150 infermieri. E altri 11 medici in città

Nonostante le carenze di organico, visite e prestazioni crescono del 5% . Al pronto soccorso di Monza nel 2023 il record di accessi: ben 101.356.

Il deficit di salute. All’Irccs San Gerardo servono 150 infermieri. E altri 11 medici in città

Il deficit di salute. All’Irccs San Gerardo servono 150 infermieri. E altri 11 medici in città

Tra liste d’attesa lunghissime per visite e controlli, interminabili degenze ai pronto soccorso, medici di base sempre più rari sul territorio, oggi la sanità è senz’altro tra i problemi più sentiti dalla gente. Monza tuttavia sta vivendo un presente in miglioramento rispetto alle recenti difficoltà. Per i medici di famiglia si aprirà a breve un bando di reclutamento di Asst con cui si conta di rimpiazzare almeno una parte degli 11 medici di base mancanti in città, e l’Irccs San Gerardo, pur nei limiti legati soprattutto all’enorme flusso di accessi, presenta dati in miglioramento.

Nel grande ospedale cittadino riguardo a visite ed esami specialistici, nel 2023 sono state erogate il 5% in più di prestazioni rispetto al 2022: circa 25mila, nel solco degli obiettivi regionali di sistema, con punte ad esempio del 34% in diagnostica senologica e del 16% in ecografie. Sull’attività chirurgica si è agito nel rispetto delle classi di priorità, dove al primo posto ci sono le patologie tumorali: in questo ambito il San Gerardo è oltre a quanto previsto dagli indicatori regionali. Per quanto riguarda il pronto soccorso, il dato è notevolissimo: nel 2023 quello del San Gerardo ha registrato il numero più alto di accessi in tutta la Regione, con 101.356 ingressi (di cui 15.279 codici bianchi). Sia per quanto riguarda i ricoveri, sia per la situazione del pronto soccorso, si deve tenere conto che nel primo caso l’intero settore A è attualmente chiuso, in quanto in ristrutturazione, mentre il pronto soccorso è sottodimensionato visto il numero crescente degli accessi e delle prestazioni erogate, per cui si sta lavorando al progetto di realizzazione di una nuova struttura. Non c’è dubbio che l’impegno degli operatori del San Gerardo e gli sforzi messi in atto in questi anni siano stati notevoli, come dimostrato durante il drammatico periodo del Covid, in cui il sacrifico del personale sanitario è stato determinante per salvare vite, rimanendo nel cuore di tutti.

Irccs oggi fa sapere di non avere situazioni di criticità sul personale, e che eventuali carenze vengono supplite attingendo dalle graduatorie esistenti o bandendo concorsi, tanto da non ricorrere a cooperative esterne e beneficiando del fatto di essere sede di corsi di laurea dell’Università Bicocca, che favoriscono la permanenza in clinica di laureati e specialisti sanitari. Dal sindacato però arriva il monito che carenze da questo punto di vista ci sono.

"I problemi ci sono, anche se non a causa di Irccs San Gerardo che fa bandi per cercare di intervenire, ma di un Sistema sanitario nazionale deficitario – commenta Pino Del Sordo, infermiere del pronto soccorso e coordinatore della Rsu Cgil di Irccs San Gerardo –. Oggi ad essere carenti sono gli infermieri e gli oss più che i medici. Tanti infermieri, anche dal San Gerardo, sono andati a lavorare all’estero perché pagano molto di più. Ci sono reparti, come terapia intensiva, geriatria e medicina in cui non vuole andare nessuno. In pronto soccorso mancano 15 infermieri che si sta cercando di rimpiazzare, 30 su tutto l’ospedale già chiesti alla Regione, che diventano circa 150 per tornare agli standard in previsione dei turn over".

Da qui la disamina: "I pronto soccorso sono intasati perché molta gente viene qui a farsi gli accertamenti gratis. Mancano i servizi territoriali che una volta copriva l’Asl. Si mandano pazienti in pronto soccorso per fare l’antirabbica che una volta faceva Ats. Bisogna tornare a investire sulla medicina territoriale".