DARIO CRIPPA
Cronaca

Il cacciatore di terroristi: "Li abbiamo presi così"

Il generale di Brigata Giuseppe Enzio Spina, direttore dello Scip protagonista della cattura di Cesare Battisti e degli ultimi 7 ricercati a Parigi

Il generale di Brigata dei carabinieri Giuseppe Enzio Spina, direttore dello Scip

Monza - A giugno, chiuderà la sua esperienza (tre anni) alla guida dello Scip, il Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia della Criminalpol. E lo farà portandosi dietro un bilancio importante, perché lui, il Generale di Brigata dei carabinieri Giuseppe Enzio Spina, potrà raccontare di essere stato fra gli artefici dell’arresto di alcuni uomini e donne ricercati da oltre quarant’anni: i sette terroristi, ex appartenenti alle Brigate Rosse, Lotta Continua o ad altre sigle legate alla lotta armata, appena catturati a Parigi, dove si erano rifatti una vita sotto la protezione della cosiddetta Dottrina Mitterrand.

Un’operazione condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con lo Scic, l’Antiterrorismo della polizia italiana e l’esperto per la sicurezza della polizia italiana di stanza nella capitale francese. Una ferita aperta da quasi mezzo secolo, la cui conclusione entrerà nei libri di storia. Qualche mese prima, destino analogo aveva conosciuto un altro super ricercato, l’ex terrorista Cesare Battisti, catturato in Sudamerica. "Un importante risultato del sistema Paese - commenta asciutto il generale Spina - E, non posso nasconderlo, anche una bella soddisfazione personale aver contribuito a chiudere una pagina della nostra Storia, assicurando il rispetto dovuto ai famigliari delle vittime di chi è stato ora arrestato".

Nato il 7 febbraio 1962, Giuseppe Enzio Spina vive a Monza da 15 anni. "Mio padre era siciliano e mi ha trasmesso valori importantissimi come l’onestà. E Monza, dove sono arrivato nel 2006 per guidare (per sette anni) il Gruppo dei carabinieri, è diventata la mia città adottiva. Anche quando ragioni di lavoro mi hanno portato altrove (tre anni a Brescisa, poi Roma), non ho mai voluto andarmene. Era diventata la mia città". La moglie, conosciuta a Milano ai tempi dell’Università, è stata fondamentale nella decisione di rimanere a Monza, dove è cresciuto il figlio, oggi 15enne, studente al liceo scientifico Frisi.

A Monza le prima grandi soddisfazioni, con l’operazione “Infinito”, che fece scoprire la presenza pervasiva della ‘ndrangheta in questo territorio (oltre 300 arresti in tutta Italia, una cinquantina nella “sola” Brianza). Ora, alla testa dello Scic, le operazioni che hanno portato all’arresto di Cesare Battisti prima e di 7 terroristi catturati l’altro giorno a Parigi poi. Difficile? "Potevano ancora contare su una rete di appoggi, conoscenze e denaro. È stato necessario, a distanza di tanto tempo, riuscirli a identificare e localizzare". In tre, subodorato che la Giustizia era sulle loro tracce, sono riusciti a sfuggire. "Non escludo che decidano spontaneamente di consegnarsi (ieri lo hanno già fatto in 2!, ndr). In età avanzata, potrebbero non aver più voglia di vivere una vita da latitanti".