
I rifiuti di plastica diventano un’opera d’arte per salvare il pianeta
Un’installazione, composta da una scritta monumentale che ricorda a tutti che siamo noi il diluvio e allo stesso tempo la risposta al rischio di distruzione. Un’opera realizzata con materie plastiche di scarto derivate dal petrolio, riciclate e multicolori, che sarà affiancata da una performance proposta dall’artista la sera dell’inaugurazione. E a fare da contesto una decina di altri lavori dello stesso autore tra video e installazioni, tutti incentrati sul rapporto tra essere umano e ambiente. È quanto comporrà la nuova mostra allestita al Museo d’Arte Contemporanea di viale Elisa Ancona sotto il titolo “We Are the Flood“. Si tratta di una personale del trentino Stefano Cagol, che si muove tra arte concettuale, arte ambientale e land art. L’esposizione verrà tenuta a battesimo sabato alle 21: si svilupperà su 3 piani del MAC e ruoterà attorno all’installazione omonima, la scritta di dimensioni monumentali “We are the flood“, parte di un più ampio progetto portato avanti da Cagol grazie al sostegno del ministero della Cultura attraverso il bando Italian Council. L’installazione, spiegano dal museo, "è un monumento contemporaneo che rappresenta la nostra società e che, impiegando mille anni per degradarsi, a essa probabilmente sopravvivrà. Il concetto “we are“, noi siamo, è il principio fondante del progetto, che consiste in un atto corale di consapevolezza del fatto che cause ed effetti non sono a noi estranei".
L’opera diventerà parte della collezione stabile del MAC e si completerà nei prossimi mesi con una serie di performance e video prodotti dall’artista in diversi luoghi simbolici, dalla foresta pluviale tropicale al deserto alle lande artiche, con la collaborazione di musei di Egitto, Malesia, Kirghizistan e Groenlandia. Sempre sabato sera, alle 20, sarà presentato al MAC il libro “Replay - Arte contemporanea e museologia radicale“.
Fabio Luongo