CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

I palazzi firmati dai maestri La mappa dei condomini tra Gio Ponti e Drugman

Dal liberty ai primi edifici pubblici degli anni Sessanta, dal centro Rai al palazzo ex Upim un percorso alle radici della città accompagnati dai progettisti che hanno costruito la storia.

I palazzi firmati dai maestri La mappa dei condomini tra Gio Ponti e Drugman

di Cristina Bertolini

Non solo Villa Reale, Duomo, Arengario e chiesa delle Grazie. Nel tempo Monza ha attraversato un percorso architettonico tra stile Liberty, novecentismo, razionalismo. A partire dagli anni Cinquanta, nel pieno di grandi trasformazioni urbane, in città compaiono edifici sviluppati in altezza, in forte contrasto con il tessuto esistente. Rompono totalmente le regole privilegiando i corpi liberi, come il palazzo ex Upim di Vittorio Faglia in piazza Trento, il condominio di via Spreafico firmato da Gio Ponti o ancora il palazzo Oxford di Luigi Caccia Dominioni in corso Milano e il Centro di controllo Rai (nella foto in alto) nel Parco di Monza sempre progettato da Ponti.

Il percorso attraverso l’architettura moderna è sintetizzato dall’Ordine degli architetti di Monza e Brianza, nel volume AMM (Architetture Moderno Monza) a cura di Alessandra Coppa del 2018. È una sorta di racconto della “nuova Monza“ attraverso 25 edifici, costruiti tra il 1922 e 1976: davanti ad ogni edificio è stata posizionata una targa in metallo che riporta la denominazione dell’architettura, il nome dei progettisti e l’epoca o il periodo di realizzazione. Avvicinando il proprio smartphone alla targa, grazie al sistema Rfid (Radio frequency identification), sarà possibile collegarsi alla scheda pubblicata sul sito dell’Ordine degli architetti che racconta la storia di quell’edificio. La divulgazione del progetto è proseguita con l’attuale presidente Michela Locati, alla guida dell’Ordine dal 2021, che ne ha fatto una mostra fotografica (con gli scatti di Marzio Franco) al Belvedere della Villa Reale, poi a Vmercate e ad Arcore in Villa Borromeo. "L’Ordine – dice la presidente Locati – intende creare tavoli tecnici per individuare metodologie di intervento sulle architetture del ‘900 che pur non essendo edifici vincolati, sono comunque meritevoli di attenzione, soprattutto nel caso di interventi di efficentamento energetico e sismico (dettati dalle più recenti normative), conservando i tratti stilistici caratteristici". Nel ventennio tra le due guerre il centro storico di Monza subisce una radicale trasformazione, secondo i criteri monumentali dell’epoca. Ha inizio una vera e propria campagna di demolizione e ricostruzioni, con l’apertura di via del Littorio che diventa Gambacorti Passerini. Dopo la guerra si manifesta ancora più forte il tema della discontinuità che appariva già evidente con i primi esempi di architettura razionalista.

Nascono le architetture contemporanee d’autore, che "rompono" con tutto ciò che sta intorno. Autori celebri sono Gio Ponti, Angelo Mangiarotti, Giulio Minoletti, Luigi Caccia Dominioni, autore fra le altre opere della chiesa di San Biagio, Fredi Drugman e tanti altri, richiamati nel progetto di AMM. "Ad oggi – aggiunge la presidente – mi sono posta un duplice obiettivo. Per prima cosa vorrei portare avanti un marketing territoriale per far conoscere il nostro patrimonio edilizio che spesso sfugge a un occhio poco attento. Per questo sono state promosse le mostre fotografiche. Il secondo obiettivo è di sensibilizzare i miei iscritti ad operare in modo coscienzioso, pur in assenza di vincoli, ma ricordando che la schedatura e la pubblicazione delle architetture moderne ha valenza di tutela".