I carrozzieri della truffa Fatture sui finti incidenti

Alla sbarra cinque autoriparatori e complici per un raggiro da 100mila euro. La regista era una dipendente infedele dell’assicurazione UnipolSai.

I carrozzieri della truffa  Fatture sui finti incidenti

I carrozzieri della truffa Fatture sui finti incidenti

di Stefania Totaro

Gli incidenti stradali e i relativi danni ai mezzi denunciati all’assicurazione erano falsi, ma erano vere le polizze, intestate a ignari clienti oppure a familiari, parenti e amici dei malfattori e anche i risarcimenti ottenuti tramite carrozzieri compiacenti. Un raggiro da centomila euro, portato alla luce anche grazie al lavoro di un investigatore privato, quello subìto da UnipolSai spa, che ora si è costituita parte civile al processo davanti al Tribunale di Monza che vede cinque imputati a vario titolo di associazione a delinquere, sostituzione di persona e falso. I fatti contestati risalgono tra il 2013 e il 2019 e si sono verificati tra Vimodrone, dove ha sede una filiale della società assicuratrice, Bresso e Besana Brianza, dove invece si trovavano i carrozzieri specializzati nella riparazione di auto e nella sostituzione dei cristalli. Al centro della truffa una dipendente dell’agenzia di Vimodrone, che ha già patteggiato la pena di 2 anni e 11 mesi di reclusione, mentre un anno in meno è quella concordata con la Procura di Monza dal titolare del centro cristalli di Bresso. I due hanno versato complessivamente un risarcimento di 40mila euro a Unipolsai. Ora alla sbarra si trovano alcuni loro parenti e altri presunti complici.

Sono oltre una trentina gli ignari clienti, residenti in Brianza e nell’hinterland milanese, che si sono ritrovati coinvolti loro malgrado nella macchinazione criminosa. Sono tutti parti offese nel procedimento penale, ma nessuno si è costituito parte civile perché personalmente non hanno avuto alcun danno quando il pentolone è stato scoperchiato. Il modus operandi della presunta associazione per delinquere era sempre lo stesso. L’impiegata dell’assicurazione aveva poi il compito di intercettare e fare sparire le lettere con cui UnipolSai informava i clienti che era in corso la pratica per la riparazione dei danni dell’incidente in modo che non sorgessero sospetti. Infine i titolari di carrozzeria e sostituzione cristalli emettevano le fatture per ottenere dall’assicurazione gli importi degli interventi ai mezzi in realtà mai eseguiti. Soldi che poi i componenti dell’organizzazione criminale si sarebbero spartiti tra loro. Una lettera arrivata comunque ad un cliente aveva fatto partire i sospetti, poi confermati dall’investigatore, che verrà sentito come testimone al processo a novembre.