Gli alberi da salvare Verde al posto del cemento e stop al taglio selvaggio

Il Coordinamento dei comitati cittadini in pressing sul Comune: "Più spazio a nuove piantumazioni e regole per le potature nelle aree private"

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di Cristina Bertolini

Verde pubblico e verde privato, entrambi da tutelare, perché contribuiscono a frenare il surriscaldamento climatico in città. Questi i temi dell’incontro tra Rita Caldarelli (Comitato Buon Pastore) e Marina Cirulli (Comitato via della Blandoria) a nome del Coordinamento comitati cittadini, con l’assessora all’Ambiente Giada Turato. Le attiviste hanno chiesto la tutela delle piante monumentali e ad alto fusto delle aree private e condominiali: hanno bisogno di essere protette da una normativa che ne tuteli il valore per la comunità difendendole da frettolosi abbattimenti per presunte malattie o per interessi personali ed economici.

"Sono consapevole di questi rischi – ha detto l’assessora Turato – e proprio per questo un Regolamento unico del verde privato e pubblico, in corso di redazione prendendo spunto da quello di Milano, potrà mettere fine a questi problemi facendo la dovuta chiarezza. Sarà più difficile per i privati poter abbattere un albero ad alto fusto, anche se su proprietà privata". I funzionari degli Uffici Ambiente e Gestione del verde hanno sottolineato che qualsiasi decisione presa da privati su eventuali piante da abbattere dovrà essere comunicata al Comune, che procederà con controlli appropriati. Rispetto al verde pubblico i comitati chiedono che venga curata al meglio la comunicazione alla cittadinanza su come viene gestito, come viene monitorata la cura di spazi verdi vicino a negozi e attività commerciali e come si può incrementare, anche organizzando la gestione di spazi verdi da parte di gruppi di volontari. La legge nazionale prevede la piantumazione di un albero per ogni nuovo nato. Quindi i tecnici hanno ricordato che lo scorso anno sono stati piantati circa 1.200 alberi e sottolineano che occorrerà pensare allo spazio ancora disponibile in città per essere in linea con quanto dispone la legge.

"Viste le sfide del cambiamento climatico – ribattono gli attivisti – per trovare nuovi spazi sarà fondamentale pianificare il recupero e la rinaturalizzazione di luoghi cementificati". Sono stati proposti percorsi didattico-educativi alle scuole e la presa in carico da parte delle scuole di aiuole e giardini del quartiere, con l’aiuto di volontari e tecnici agrari.