
Gighen e Ghemon si godono il giardino di casa della loro nuova famiglia
Monza – Le adozioni impossibili non esistono. Ne sanno qualcosa Gighen e Ghemon, due fratelli simil bracco abbandonati lungo le strade della Sicilia, recuperati dai volontari, trasferiti poi nel maggio 2021 quando avevano pochi mesi nel canile di Monza e qui rimasti fino a poche settimane fa. Fino a quando è arrivata nel rifugio di via San Damiano una coppia che vive nel Lecchese e che era alla ricerca di un cane, dopo aver perso il loro pastore tedesco.
Non appena il loro sguardo si è incrociato con quello di Gighen e Ghemon è stato amore a prima vista e la possibile iniziale reticenza per il dover accogliere due cani non li ha per nulla scoraggiati. "Quando sono arrivati al rifugio dalle isole Eolie non è stato facile – raccontano i volontari dell’Enpa –. Avevano paura, si muovevano insieme, erano talmente terrorizzati che cercavano persino di ripararsi dietro ai fili d’erba". Gli educatori hanno dovuto lavorare parecchio per restituire serenità ed equilibrio ai due cani e per questo sono entrati nel grande gruppo del Progetto Famiglia a Distanza. Intanto i progressi aumentavano e malgrado la ricerca di una famiglia, per loro non c’era nessuno pronto ad aprirgli le porte di casa. Fino a quando è arrivata questa nuova famiglia che li ha adottati entrambi. Per Gighen e Ghemon è iniziata così una nuova vita in una casa con un grande giardino e come compagni di gioco persino un cavallo e un poni.
"Se lo meritano – fanno sapere dall’Enpa -. Dopo essere stati abbandonati ancora cuccioli, portati in canile dove comunque hanno dovuto superare un percorso di rinascita, adesso finalmente possono correre felici nel grande prato della nuova casa, circondati dall’affetto e dalle attenzioni di una famiglia". Una famiglia che ha donato ai due fratelli non solo uno spazio e tanto amore, ma soprattutto la possibilità di stare insieme. Per sempre. Il sogno di Giorgio Riva, presidente dell’Enpa di Monza, e dei suoi volontari è che altri cani che sono accolti nel rifugio e che all’apparenza possono sembrare di difficile adozione possano invece avere la fortuna di Gighom e Ghemon. L’invito quindi è di andare oltre alle apparenze e, affidandosi all’esperienza degli educatori dell’Enpa, dare una seconda chance a chi sembra essere destinato a vivere per sempre dietro alle sbarre del rifugio.