STEFANIA TOTARO
Cronaca

Donna morta con fratture e lividi, i sanitari: “Lesioni mai viste prima”. Familiari accusati di omicidio

Lissone, per l’accusa la vittima sarebbe stata “prima fatta cadere dalle scale, successivamente colpita allo sterno causandole uno sfondamento della cassa toracica e infine lasciata sola per un’ora prima di chiamare i soccorsi”

I soccorsi

I soccorsi

La morte sospetta di un’anziana porta tre imputati davanti alla Corte di Assise di Monza per omicidio preterintenzionale e abbandono di persone incapaci. Tre lissonesi che risiedono tutti nello stesso immobile, Maria Grazia S., 59 anni, figliastra della 81enne originaria del Guatemala deceduta, Mauro G., 66 anni ed Egidio P., 68 anni, sono accusati di aver causato la morte della donna che era stata portata a vivere nella stessa abitazione per averla "prima fatta cadere dalle scale" provocandole una frattura scomposta del femore e "successivamente colpita allo sterno e al dorso causandole plurime fratture costali con sfondamento della cassa toracica". Gli imputati sono accusati poi di avere lasciato sola l’anziana, incapace per età e per malattia, per circa un’ora prima di chiamare i soccorsi.

Un processo indiziario, per accuse negate dagli imputati che, difesi dall’avvocata Raffaella Vercesi, hanno scelto il dibattimento per chiarire la vicenda. I fatti risalgono al 2 dicembre 2021. "Siamo stati chiamati dal medico intervenuto per i soccorsi", ha confermato in aula un maresciallo dei carabinieri di Lissone. "Siamo stati inviati per una persona incosciente - hanno raccontato gli infermieri dell’ambulanza - C’era una signora di una certa età seduta sul divano, con una gamba appoggiata su una sedia e l’altra con il piede per terra. Quando l’abbiamo messa a terra per le manovre di rianimazione, ci siamo accorti che la gamba destra aveva un movimento falsato da una frattura scomposta dove una parte dell’osso era probabilmente uscita dal ginocchio, che sanguinava. Scoprendole il torace, abbiamo visto un livido scuro al centro dello sterno".

"La donna aveva lesioni che non avevo mai visto in un intervento per un arresto cardiaco", ha detto il medico del pronto soccorso. Lividi che spesso si vedono in chi ha la pelle sensibile, sostiene la difesa. Secondo gli infermieri ad aprire la porta dell’appartamento al primo piano è stato un uomo riconosciuto in aula in Mauro G., mentre la coimputata parlava al telefono con la centrale operativa del 118. "Ci ha detto che aveva portato da lei l’anziana che era in cattivi rapporti con il figliastro suo fratello per non mandarla in casa di riposo e che era caduta il giorno prima in casa ma non aveva voluto andare in ospedale, che con fatica ma riusciva a camminare e che era sveglia davanti alla televisione quando 10 minuti prima lei era scesa per fare andare la lavatrice". Sentito anche un vicino di casa 58enne. "L’ho vista per la prima volta il giorno prima e l’ho aiutata a salire in casa, si capiva che era una donna che non stava bene. L’ho presa in braccio e l’ho portata su fino al divano e mi ha ringraziato".