Fimer resta al verde Il fondo Clementy si ritira Mercoledì il verdetto

Il presidente Pierre Michel Louvrier ha cancellato il contratto da 95 milioni "Numerose inadempienze, a partire dalla mancata emissione delle azioni".

Fimer resta al verde  Il fondo Clementy si ritira  Mercoledì il verdetto

Fimer resta al verde Il fondo Clementy si ritira Mercoledì il verdetto

di Barbara Calderola

Il tribunale di Arezzo stringe i tempi del concordato preventivo, ultima chiamata il 3 maggio per la revoca della procedura e non più ottobre come previsto per il salvataggio di Fimer, prima della nomina del nuovo Cda.

Sarebbe questa per i sindacati la circostanza che avrebbe spinto il giudice ad accelerare. Intanto Clementy, uno dei due fondi in lizza per comprare l’azienda, che ha una sede anche in Toscana con quasi 300 operai, si ritira e i sindacati confermano che "non c’è più liquidità per pagare gli stipendi". È il Primo Maggio più duro per i 107 lavoratori rimasti nel sito di via Kennedy a Vimercate. Chiusi in assemblea con Gabriele Fiore della Fim-Cisl e Stefano Bucchioni della Fiom-Cgil in attesa dell’ultimo atto di una crisi cominciata due anni fa: fallimento o acquisto e ripartenza? Un finale tutto da scrivere sul filo di lana per il colosso del fotovoltaico che aveva grandi progetti di crescita nel settore chiave della transizione ecologica. "E oggi cerchiamo il modo di salvarlo", dicono i segretari prima di chiudersi nella fabbrica di Velasca, simbolo di una storia che sembrava non potesse finire "e invece il rischio è concreto". I Carzaniga, che in tre generazioni hanno portato la piccola azienda di famiglia alla taglia di una multinazionale, avevano puntato tutto sulla sostenibilità prima che fosse una strada obbligata. Una storia cominciata nel 1942 alla Steve Jobs in un garage della Brianza dove si faceva saldatura. Un core business lasciato dopo la conversione agli inverter e alle colonnine elettriche.

Il salto su scala globale con l’acquisto del sito di Terranuova Bracciolini di Abb è stato la svolta, poi sono arrivate la pandemia, la guerra e le difficoltà. Due anni a navigare a vista fra contratti di solidarietà e la ricerca di soci all’orizzonte. Ieri, l’addio di Clementy dalla trattativa ufficializzato dal presidente Pierre Michel Louvrier, che ha cancellato il contratto da 95 milioni di euro con la proprietà "dopo numerose inadempienze, prima fra tutte la mancata emissione delle azioni che avrebbero consentito l’avvio dell’investimento. Avevamo pronto il primo esborso di 30 milioni di euro. Sono molto preoccupato – ha aggiunto il manager – per la sorte dei lavoratori e delle loro famiglie". E poi c’è l’incubo del crac. I metalmeccanici leggono la scelta del giudice di anticipare "come il tentativo di scongiurarlo". Anche il fondo che controlla McLaren "potrebbe fare marcia indietro se i tempi si allungassero ulteriormente – spiega Alessandro Tracchi, segretario della Cgil di Arezzo –. Il tribunale ha avuto un orientamento preciso. L’offerta c’è e questo è l’aspetto più importante. Siamo in un settore dove il mercato è in forte espansione e Fimer ha un portafogli clienti. È paradossale che si debba fermare perché nessuno ci mette soldi per comprare la materia prima per lavorare". Mercoledì sarà lo spartiacque: fine o nuovo inizio.