REDAZIONE MONZA BRIANZA

Fatture false per 57 milioni di euro "Condannate la famiglia del ferro"

La Procura chiede pene fino a 4 anni e mezzo per i 12 imputati tra cui i rottamai Ricco di Desio

Pene fino a 4 anni e mezzo di reclusione tra riti abbreviati e patteggiamenti per i 12 imputati per il presunto traffico di fatture false con autoriciclaggio da 57 milioni di euro verso compiacenti società estere, tra cui per la prima volta appare anche la Cina. A chiederle i pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Sara Mantovani titolari dell’inchiesta denominata “Ironfamily“ dal coinvolgimento della famiglia Ricco, rottamai da generazioni a Desio, con l’arresto di quattro fratelli. Ma ora tutti hanno scelto riti alternativi davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Marco Formentin. La sentenza a marzo. Le accuse contestate sono a vario titolo associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. L’inchiesta della Finanza di Seregno è partita dopo un controllo effettuato nell’azienda di Desio, segnalata per operazioni anomale. Un’indagine che avrebbe portato alla luce l’inquietante evoluzione di questo sistema di evasione fiscale con la destinazione dei soldi ‘sporchi’ non più nei paradisi fiscali e neanche la triangolazione con la Svizzera e il Regno Unito. Ma l’ingresso di nuovi Paesi in Europa, come Bulgaria, Ungheria e Repubblica Popolare Cinese. A fine marzo erano scattati gli arresti. Per i Ricco finiti in carcere ora la misura cautelare è diventata quella dei domiciliari. L’inchiesta vede altri 85 indagati.

S.T.