Fatture false per 57 milioni. Chiusa la maxi inchiesta. Verso il processo 85 indagati

Alcuni sono accusati anche di autoriciclaggio

Fatture false per 57 milioni. Chiusa la maxi inchiesta. Verso il processo 85 indagati

Fatture false per 57 milioni. Chiusa la maxi inchiesta. Verso il processo 85 indagati

Per il presunto traffico di fatture false con autoriciclaggio da 57 milioni di euro verso compiacenti società estere, tra cui per la prima volta appare anche la Cina, verso il processo 85 indagati. La Procura di Monza ha chiuso l’inchiesta, che ha già portato a 3 condanne fino a 4 anni e 10 mesi di reclusione con il rito abbreviato e 5 patteggiamenti con pene da 4 anni e 4 mesi a 2 anni, denominata “Ironfamily“ dal coinvolgimento della famiglia Ricco, rottamai da generazioni a Desio. Questi ultimi hanno concordato le pene o hanno scelto il rito abbreviato e poi hanno presentato ricorso contro le sentenze in appello, che verrà discusso a novembre. Ora alla sbarra rischiano di finire gli altri indagati come utilizzatori delle fatture.

L’inchiesta della Guardia di Finanza di Seregno è partita dopo un controllo effettuato nell’azienda di Desio, segnalata per operazioni anomale, che ha portato alla luce l’inquietante evoluzione di questo sistema di evasione fiscale con la destinazione dei soldi ‘sporchi’ non più nei cosiddetti ‘paradisi fiscali’ in Paesi esotici e neanche la triangolazione con la Svizzera e il Regno Unito. Ma l’ingresso di nuovi Paesi in Europa, come Bulgaria e Spagna, e anche della Repubblica Popolare Cinese. Alcuni indagati, però, nel frattempo, si sono rivolti al Tribunale del Riesame di Monza contro i sequestri patrimoniali, ottenendo indietro dai giudici somme che vanno anche fino a 2 milioni, dimostrando che non erano false le fatturazioni contestate e che in qualche caso è stata applicata la normativa sull’autoriciclaggio anche per fatti precedenti alla sua entrata in vigore.

S.T.