STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Non bere, anche l’acqua ingrassa". Le frasi choc alle Farfalle nei verbali dei giudici

Monza, provvedimento di sequestro dei cellulari: le pressioni sulle allieve raccontate dalle atlete Basta e Corradini

Allenamenti a Desio

Allenamenti a Desio

Desio (Monza e Brianza) - ​«Ma cosa fai , bevi? L’acqua fa ingrassare". Se lo è sentito dire durante gli allenamenti da Olga Tishina una delle ex Farfalle della Nazionale della Ritmica che hanno denunciato maltrattamenti. Comportamenti "vessatori" per la Procura di Monza, non "riconducibili a storture caratteriali" di chi li ha tenuti, bensì "come risultato di scelte e imposizioni condivise dall’intero staff tecnico". I magistrati hanno indagato l’ex direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica di Desio in Brianza, ora solo allenatrice, Emanuela Maccarani, e l’aiutante Olga Tishina. L’accusa, contenuta anche nell’indagine aperta dalla Federginnastica, è di avere adottato almeno fino al 2020 "metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici".

Come confermato dalle ex ginnaste Anna Basta e Nina Corradini, sentite dagli inquirenti a novembre. Ragazze costrette ogni mattina a pesarsi in fila solo con indosso le mutande, "perché il reggiseno pesava due etti". A dare le indicazioni, secondo le due giovani che hanno lasciato la Nazionale tra il 2020 e il 2021, era Maccarani considerata "la legge". Nessuna nutrizionista o psicologa, almeno fino in tempi recenti, ma continui controlli sul peso, ritenuto la causa anche di un trauma a una caviglia. "Per forza, pesi troppo", il commento ad Anna Basta davanti a tutte. E le ragazze avrebbero iniziato a saltare la colazione per il terrore della pesa mattutina e a ingerire fino a 6 lassativi al giorno e anche integratori per poter mangiare sempre meno senza crollare. Risultato: stress, ansia, attacchi di panico, incubi notturni, anche pensieri suicidi. "Mi sentivo un numero sulla bilancia, totalmente sbagliata e umiliata, senza dignità", ha riferito Nina Corradini.

La Procura ha fatto sequestrare per la seconda volta (dopo che il Tribunale del Riesame di Monza ha bocciato il primo provvedimento) 7 telefoni cellulari, quelli delle due indagate, di altre due collaboratrici dello staff e di altre tre atlete. "L’indagine nasce in un contesto delicato, sia per la gravità del reato ipotizzato che, secondo le dichiarazioni acquisite, potrebbe rivelarsi esteso ad un numero indeterminato di persone offese, tutte almeno inizialmente minorenni, lontane dalla famiglia e affidate proprio ai presunti autori delle condotte maltrattanti", hanno motivato i magistrati che, però, intendono anche "valutare le dichiarazioni già rese", prima sui giornali che in Procura, "assicurandosi che non vi sia eccessiva enfatizzazione". Si attende l’esito di un nuovo ricorso per il dissequestro, mentre Maccarani chiede la nomina anche di un proprio consulente per l’analisi del contenuto.