Farfalle Desio, la guerra dei telefonini: negati dissequestro e incidente probatorio

Emanuela Maccarani, ex direttrice dell'Accademia nazionale di ginnastica ritmica, è accusata insieme alla sua vice di maltrattamenti nei confronti delle atlete

L'allenatrice delle "Farfalle" Emanuela Maccarani (a destra) e l'assistente Olga Tishin

L'allenatrice delle "Farfalle" Emanuela Maccarani (a destra) e l'assistente Olga Tishin

Desio (Monza Brianza), 6 febbraio 2023 - Il Tribunale di Monza affossa le richieste difensive sulla privacy dei telefonini nell'inchiesta monzese sui presunti maltrattamenti alle Farfalle della Nazionale della Ritmica. La gip monzese Angela Colella ha respinto la richiesta di incidente probatorio presentata dall'avvocata Danila De Domenico per Emanuela Maccarani, la ex direttrice tecnica dell'Accademia internazionale di ginnastica di Desio, ora solo allenatrice, indagata dalla Procura di Monza insieme all'assistente Olga Tishina.

E' accusata di avere adottato almeno fino al 2020 "metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l'insorgere di disturbi alimentari e psicologici". La Maccarani chiedeva al giudice di poter scegliere con un proprio consulente tecnico, insieme a quello nominato dalla Procura, quale materiale estrarre dal proprio telefonino per essere visionato nelle indagini.

Per rispettare la sua privacy, non solo come persona, ma anche come personaggio pubblico di rilievo in quanto esponente di una Nazionale plurimedagliata che va tutelata al di là della vicenda sotto la lente dei magistrati. La risposta è stata negativa. Per tutelare la ex direttrice tecnica e tutta la squadra basta, a dire del Tribunale, la garanzia sulla presenza di un proprio consulente di parte ad esaminare la copia forense del telefonino.

Sempre al Tribunale di Monza, poi, i giudici del Riesame non hanno accolto il ricorso per il dissequestro dei telefoni cellulari fatto eseguire per la seconda volta (dopo che il Tribunale del Riesame di Monza ha bocciato il primo provvedimento) su sette dispositivi, quelli delle due indagate, di altre due collaboratrici dello staff e di altre tre atlete.

Ora la difesa di Emanuela Maccarani è impegnata sul parallelo deferimento da parte della Procura federale di Federginnastica, la cui udienza è fissata alla fine del mese e che potrebbe portare il Tribunale federale a decidere persino la radiazione delle due allenatrici.