Fallimento Bames, l’arringa finale: "Volevamo solo salvare gli operai". Ma il pm chiede condanne pesanti

Parla la difesa dei 7 manager imputati, le parti civili puntano a 40 milioni di risarcimento. Sentenza ad aprile

Fallimento Bames, l’arringa finale: "Volevamo solo salvare gli operai". Ma il pm chiede condanne pesanti

Fallimento Bames, l’arringa finale: "Volevamo solo salvare gli operai". Ma il pm chiede condanne pesanti

"Vittorio Romano Bartolini ha avuto un ruolo fondamentale, specie nei rapporti con le banche per ottenere i finanziamenti, ma non era l’amministratore di fatto della Bames. La governance societaria faceva capo a Luca Bertazzini come plenipotenziario, come capitano della nave come lui stesso si è definito. Quando poi Bertazzini se ne è andato nel 2008 è intervenuta la crisi del mercato immobiliare che ha messo in ginocchio il piano di reindustrializzazione e ha fatto venire meno il meccanismo di autofinanziamento che permetteva di procedere, quindi l’operatività è diventata di emergenza". L’avvocato Niccolò Vaccaro dello studio legale di Salvatore Scuto è il difensore dell’anziano patron della Bartolini imputato al Tribunale di Monza insieme ad altri 6 di bancarotta fraudolenta per il fallimento della Bames, la società vimercatese, ex Ibm poi Celestica, fiore all’occhiello della Silicon Valley brianzola e finita invece per chiudere i battenti nel 2013 lasciando a casa 850 lavoratori.

Il pm Alessandro Pepè (nella foto) ha già chiesto pesanti condanne parlando di "dissipazioni e distrazioni dolose": 9 anni e 10 mesi per Bartolini, 8 anni per l’ex presidente di Celestica Italia Luca Bertazzini e per il manager Giuseppe Bartolini, 7 anni per i membri del collegio sindacale Riccardo Toscano, Angelo Interdonato e Salvatore Giugni e l’assoluzione dell’ex ceo di Telit, l’israeliano Cats Oozi. I rappresentanti delle parti civili hanno chiesto 40 milioni complessivi di risarcimento dei danni a favore della curatela del fallimento, con una provvisionale immediata di 5 milioni per ciascuno degli imputati e per i lavoratori 5mila euro ciascuno. Ma uno dei difensori di Bertazzini, l’avvocato Vittorio Sala, mette i puntini: "Non conosceva Bartolini Progetti né le altre società intervenute nel piano di reindustrializzazione, non li ha scelti lui né Celestica. Si è mosso allo scopo di salvare i lavoratori e non si merita una condanna". Si torna in aula il 18 aprile quando le altri parti potranno replicare brevemente prima che i giudici si riuniscano in camera di consiglio per la sentenza.