Fallimenti, resa dei conti dopo il lockdown

La ripresa dei contenziosi ha fatto registrare un picco di casi per gli arretrati, ora stanno tornando alla normalità con 40 sentenze in 6 mesi

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di Stefania Totaro

Tornano verso la normalità i dati su fallimenti, pignoramenti e decreti ingiuntivi che risultavano ‘falsati’ dal lockdown della giustizia a causa dell’emergenza Covid e del blocco dei contenziosi da marzo 2020. Solo così si potevano interpretare dati più che dimezzati, che ora stanno tornando verso la normalità, dopo che dal 2021 invece si erano impennati per la ripresa del lavoro ordinario che ha permesso di iniziare a smaltire anche i fascicoli arretrati. I fallimenti dichiarati dai giudici monzesi sono passati da 120 nel primo semestre 2019 a 48 nello stesso periodo del 2020, 90 nel 2021 e 40 nel 2022. Per quanto riguarda il numero di istanze di fallimento presentate dai creditori, si va da 259 nel 2019, a 97 nel 2020, 189 nel 2021 e 87 nel 2022. Mentre sono passati da 232 a 124 e poi 184 e 92 nei quattro periodi di riferimento i procedimenti definiti dai giudici. Passato da 26 da gennaio a giugno 2019 a 8 nel 2020, 29 nel 2021 e 16 nel primo semestre 2022 il numero dei procedimenti di concordato preventivo aperti e da 39 a 12, poi a 24 fino a 9 quello dei procedimenti definiti.

La stessa situazione di numeri ancora un po’ ’ballerini’ si riscontra per i pignoramenti mobiliari e immobiliari. Questi ultimi, che riguardano appartamenti, garage e negozi, sono stati chiesti ai giudici del Tribunale monzese in numero di 557 nel 2019, 249 nel 2020, 433 nel 2021 e 196 quest’anno, mentre le vendite immobiliari sono passate da 538 a 487, poi 527 e ora 282. I procedimenti di esecuzione mobiliare (ossia di beni posseduti dai debitori come auto, moto, ma anche conti correnti, titoli e azioni) aperti dai giudici monzesi sono stati 2017 nel primo semestre 2019, 1009 nel 2020, 1237 nel 2021 e 1651 nell’anno in corso, con un aumento che appare anomalo e non promette niente di buono.

Il numero dei pignoramenti concessi dai giudici sono invece passati da 2.358 a 778, poi 1.583 e infine 953 quest’anno. Si attestano sempre su cifre alte i decreti ingiuntivi relativi al contenzioso civile: quelli aperti sono passati da 2.879 a 2.259, a 2.228 fino agli odierni 2.337 e quelli definiti vanno da 2.904 nel 2019 a 1.343 nel 2020, 2.633 nel 2021 e 2.139 nel 2022. I decreti ingiuntivi in materia di lavoro aperti nel primo semestre 2019 sono stati 397, 279 nel 2020, 343 nel 2021 e 281 nel primo semestre 2022, mentre quelli definiti sono partiti da 420 per scendere a 232, per poi risalire a 387 e attestarsi a 316.