
Marino Mafficini (Radaelli)
Cornate d'Adda, 24 agosto 2014 - Vivere in una casa che dovranno buttare giù per farci passare la Pedemontana. Succede a Colnago, a due passi dal fiume Adda. La villa è quella di Marino Mafficini, 160 metri per piano, grande abbastanza per 7 persone, un bel giardino e l’orto. Il sogno di una vita. Destinato a svanire per far posto a un incubo che ha il volto dell’asfalto.
«Viviamo qui come sospesi - dice il capofamiglia -. La casa è espropriata, dobbiamo cercarne un’altra ma i risarcimenti ancora non arrivano. Ci hanno spiegato che è tutto in stand by, potremmo restare in questa insopportabile incertezza fino al 2027, anno entro il quale l’opera dovrà essere finita». La sfortuna della villa dei Mafficini è quella di essersi trovata in mezzo a uno degli ultimi corridoi verdi dove la Pedemontana può incanalarsi. Sulla via Manzoni di Colnago, frazione di Cornate d’Adda l’autostrada Varese-Bergamo incontrerà un gruppo di case e capannoni raccolti in uno spazio di 400 metri. Villette e piccole palazzine costruite 40, 50 anni fa.
La vita di questa piccola comunità sarà scombussolata: «Nel 1993, una volta in pensione, ci siamo trasferiti da Gorgonzola in questa bella casa in mezzo al verde - racconta -. Al primo piano ci viviamo moglie ed io, al secondo mia figlia, mio genero e i tre nipotini». Sette persone che dovranno trasferirsi perché dove adesso c’è la loro abitazione saranno costruiti viadotti, strade e piste ciclabili: «Quello che ci tormenta è il senso di insicurezza. Ci siamo messi a cercare una nuova casa ma con quali soldi la compriamo?».
C’è da definire il prezzo dell’esproprio: «La società Pedemontana ha presentato la sua perizia, noi la nostra. Ma poi abbiamo dovuto lasciare tutto lì perché al momento non c’è nulla di definito. Quello che mi fa rabbia è che i politici se ne infischiano. Venissero qui a vedere cosa significa vivere in una casa che dovrà sparire e nessuno sa dirci quando». Poi lancia una proposta agli altri espropriati della Brianza Vimercatese: «Altri si trovano nella mia stessa situazione. Mettiamoci tutti assieme per far valere i nostri diritti».