REDAZIONE MONZA BRIANZA

Emergenza tartarughe. Importate e “dimenticate”

"Ci tocca tenerle al rifugio di via Sant’Albino"

Emergenza tartarughe. Importate e “dimenticate”

Quando (già negli anni Sessanta) sono giunte in Italia era scoppiata la moda: la tartaruga da tenere in casa. Un surrogato di cani e gatto che tanti 40enni e 50enni di oggi hanno avuto durante la loro infanzia e che poi è proseguita anche nel corso degli anni. Soprattutto con l’importazione (oggi illegale) e la vendita delle cosiddette tartarughe dalle guance rosse (prima) e dalle guance gialle (poi). "Esemplari che venivano venduti nei negozi o nelle fiere - spiega Giorgio Riva, presidente dell’Enpa -. Vendute comunque piccole ma che poi nel corso del tempo crescevano con un carapace che raggiunge anche i 10 centimetri". Acquisti di animali fatti con estrema leggerezza senza rendersi conto delle necessità e dell’impegno che questo tipo di animale impone. Così i fiumi e il laghetto del Parco di Monza sono stati invasi da questi esemplari che, naturalmente, creano problemi all’habitat locale.

E nel corso di questi anni anche nel rifugio di via San Damiano sono numerose le tartarughe che sono arrivate: abbandonate nei parchi, nei laghetti e anche per strada. Animali che i volontari hanno recuperato, curato e che oggi (non tutte) sono in attesa di una famiglia. "Abbandonare gli animali è un reato. Peraltro un tempo c’erano anche strutture nel centro Italia che accoglievano le tartarughe e che oggi non svolgono più questo servizio. In Lombardia non ce ne sono".

B.Api.