Emergenza camici per cinquemila In arrivo 4 medici, ma non bastano

I cittadini dovranno scegliere il dottore iscrivendosi dal 1° febbraio, un migliaio resteranno senza copertura

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di Sonia Ronconi

A fine novembre l’annuncio, "ora quattro nuovi medici di famiglia sono pronti a entrare in servizio ad Arcore". Conto alla rovescia per le dottoresse Martina Villa, Valentina Vella, Anna Magni e Fabiola Sangalli, vincitrici del concorso, che ieri si sono presentate in Comune.

È stato il sindaco Maurizio Bono a organizzare l’incontro in anteprima, ma le professioniste saranno al lavoro dal 1° febbraio. Obiettivo dell’appuntamento, "rincuorare migliaia di pazienti scoperti in qualche caso da più di un anno", ricorda il primo cittadino. Ma l’odissea non finisce qui per tutti: "Ogni professionista potrà avere al massimo mille assistiti, 4mila in tutto – spiega Bono – avanzano mille ‘orfani’, erano ormai 5mila quelli senza riferimento, che dovranno continuare a ricorrere alla guardia medica". Il Comune aveva chiesto e ottenuto da Ats il potenziamento della continuità assistenziale e l’amministrazione ha allestito a spese proprie due ambulatori a Cascina del Bruno e a Bernate che "proseguiranno l’attività come prima". Le nuove condotte invece avranno sede in via Casati 36, sopra la farmacia centrale. "Il progetto è la medicina di gruppo – annuncia il sindaco – e il sabato si lavorerà solo sulle urgenze". Dovranno avere pazienza anche i fortunati che riusciranno ad assicurarsi l’iscrizione "perché dovrà essere compilata daccapo la cartella clinica, le visite iniziali saranno più lunghe del solito". Per tentare la fortuna bisognerà aspettare il 1° febbraio, solo da lì in poi sarà possibile scegliere una delle quattro dottoresse dal sito della Regione, o direttamente nella stessa farmacia.

Per una buona fetta di famiglie arcoresi finisce così un anno complicato alla ricerca del dottore. Un problema che assilla tutta la provincia ma che qui l’estate scorsa era sfociato in protesta. I malati senza più specialista si erano ritrovati sotto la sede di Ats per chiedere una soluzione. I nodi erano venuti al pettine per pensionamenti e trasferimenti dei titolari. Per tamponare il primo cittadino aveva ottenuto dall’azienda sanitaria 16 camici per la continuità assistenziale, ma i mugugni per la rotazione e la mancanza del rapporto medico-paziente non sono mai cessati. "Presto – sottolinea il sindaco – si potrà ricostruire". Vero per molti, ma non per tutti.