
La piattaforma per il mercato nordamericano sarà sostituita da quella UE
I volumi produttivi sono in crescita nello stabilimento Electrolux di corso Europa, ma ora a far paura è l’ormai quasi certa perdita della produzione destinata agli Usa, per via dei dazi imposti da Trump. "L’azienda ci ha comunicato che la piattaforma per la produzione della linea di lavastoviglie per il Nord America verrà smantellata nei prossimi mesi per fare il posto a quella nuova per il mercato europeo ma non verrà più rimontata a Solaro", dice Andrea Torti, funzionario provinciale Fiom Milano, dopo l’incontro tra azienda e sindacati dell’altro giorno. "Non ci è stato detto formalmente, ma tutto lascia pensare che i modelli per gli Usa verranno prodotti direttamente negli Usa, per evitare i dazi. Da parte nostra chiediamo garanzie occupazionali e investimenti per lo stabilimento di Solaro", aggiunge il funzionario sindacale.
I numeri del 2025 per la storica fabbrica di lavastoviglie di corso Europa sono positivi: 654mila pezzi previsti entro fine anno con un ulteriore aumento dell’8% rispetto alle previsioni di inizio anno e di oltre il 15% rispetto alla produzione effettiva del 2024. A crescere in maniera determinante è stata la linea destinata al mercato europeo (+17%), mentre la Durham per il mercato americano segnerà un +19%. Ottimi segnali arrivano dalla nuovissima linea Iris (sempre destinazione Ue) avviata da pochissimo ma con già numeri in forte crescita. Questo ha portato l’azienda a pianificare circa 50 nuove assunzioni con contratti a termine tra settembre e dicembre di quest’anno, ma il sindacato chiede al più presto la stabilizzazione di questi nuovi lavoratori. Al momento, sulle 4 linee di montaggio presenti a Solaro, si prevede lavoro a regime orario pieno, ma con flessibilità tra l’organizzazione in turni o “a giornata“.
In fabbrica cresce il malcontento per questa necessità di adattarsi continuamente all’organizzazione del tempo di lavoro, ma al momento queste sono le prospettive a breve termine indicate dall’azienda. "Accogliamo positivamente l’incremento produttivo, ma chiediamo stabilità occupazionale anche oltre dicembre", sottolineano dalla Fiom. "Ci sono gli accordi sottoscritti nel 2022 che stabiliscono, a fronte di maggiore produttività l’impegno a fare nuove assunzioni a tempo indeterminato, e chiediamo che vengano rispettati, attraverso un chiaro piano industriale che dia garanzie ai lavoratori", conclude Torti.
Gabriele Bassani