"E ora la Federazione abbia il coraggio di sospendere i tecnici"

È la richiesta di ChangeTheGame in attesa che venga fatta chiarezza . L’associazione sostiene alcune delle ginnaste che hanno denunciato gli abusi

di Gualfrido Galimberti

"Preoccupazione per la mancanza di misure di sospensione per le indagate". ChangeTheGame, l’associazione con sede legale a Milano, ma di fatto operativa all’interno dell’Arena di Monza, fondata dalla giornalista Daniela Simonetti e da Alessandra Marzari (presidente del Consorzio Vero Volley), esprime tutta la sua perplessità per la gestione della vicenda delle Farfalle di Desio anche alle luce degli ultimi fatti, ovvero dopo avere appreso che anche la Procura della Repubblica di Monza vuole fare chiarezza sull’accaduto. L’associazione sta sostenendo in modo concreto alcune delle ginnaste che hanno denunciato gli abusi nell’ambiente della ginnastica ritmica e ora chiede maggiore decisione a tutela delle stesse ragazze.

"Nessun provvedimento di sospensione cautelare da parte della giustizia sportiva sulle indagate", spiegano da ChangeTheGame, senza nascondere la delusione. L’associazione, con una nota, ha sottolineato di "confidare nella giustizia perché sia fatta piena luce riguardo agli abusi e violenze perpetrati su giovanissime atlete".

Allo stesso tempo, però, avrebbe voluto vedere un gesto importante da parte della Federazione Ginnastica d’Italia: la sospensione dei tecnici indagati in attesa che venga fatta piena chiarezza. "Questo – spiega ChangeTheGame – sarebbe un segnale importante da parte della federazione per tutte le atlete, le ex atlete, le mamme e i papà che coraggiosamente hanno deciso di rendere testimonianza e denunciare". Allo stesso tempo, tuttavia, l’associazione precisa che la sua richiesta di sospensione non vuole essere un atteggiamento punitivo e personale: "Il problema – precisa – non sono solo gli istruttori e le istruttrici, ma un sistema più ampio e capillare che, in ogni parte d’Italia, ha reso possibile la normalizzazione della violenza".

La Federazione Ginnastica d’Italia, da parte sua, ha deciso di non commentare gli ultimi fatti attendendo che la giustizia faccia il suo corso. Già dopo lo scoppio dello scandalo, quando si era appreso che la Procura della Repubblica presso il tribunale di Brescia stava svolgendo attività di indagine, la Federazione aveva evitato ogni commento.

Il presidente Gherardo Tecchi aveva ribadito quelli che sono i principi cardine dello sport e che passano prima di tutto dal rispetto delle atlete. Poi, in un baleno, aveva deciso di commissariare l’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio, inviando sul posto il suo braccio destro, ovvero il vicepresidente Valter Peroni. A lui il compito di relazionarsi con le atlete per tutto ciò che non riguardava il momento dell’allenamento vero e proprio. E, inoltre, l’incarico di nominare una “duty officer“, per vigilare sui rapporti tra le ragazze e i tecnici, individuata in una esperta psicologa dello sport. La Federazione si era spinta anche oltre, stilando un “decalogo“ da applicare su tutto il territorio nazionale a ogni livello e da fare sottoscrivere a tutti gli atleti e a tutti i tecnici. A Desio, nel frattempo, era stato inviato anche Michele Rossetti, procuratore federale, che tra il 17 e il 18 novembre aveva interrogato tutte le parti coinvolte. Aveva anche annunciato che per la giustizia sportiva sarebbe stato necessario almeno un mese prima di arrivare a un verdetto. Siamo arrivati un po’ più in là e c’è la novità di due tecnici indagati dalla Procura di Monza. Vale sempre il principio della presunzione di innocenza, ma per ChangeTheGame è ora di mettere queste due persone provvisoriamente da parte nell’interesse di tutti.