Duecento chili di marijuana in fumo all’inceneritore

Tremila piante scoperte dai carabinieri in un capannone lungo la Valassina. Un carico da 1,4 milioni, ma è stato sequestrato e bruciato all’impianto di Desio

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di Alessandro Crisafulli

Una vera e propria fabbrica di marijuana è stata scoperta, smantellata e chiusa dai carabinieri della compagnia di Seregno. È stata trovata a Monguzzo, piccolo paese in provincia di Como. In un capannone lungo la strada statale 36. Una attività fiorente, è proprio il caso di dirlo, con oltre 3mila piante di canapa indiana - coltivata illegalmente - che avrebbe prodotto 200 chilogrammi di marijuana: un tesoro che, sul mercato, avrebbe fruttato ai coltivatori circa 1,4 milioni di euro. A gestire le operazioni, due albanesi di 25 e 36 anni, armati di pistola e arrestati per coltivazione illecita di sostanze stupefacenti e per la detenzione dell’arma clandestina.

L’operazione è scattata venerdì mattina, alle prime luci dell’alba: i carabinieri di Seregno, con personale in abiti borghesi e in uniforme, si sono presentati all’ingresso di un capannone a Monguzzo, una località nell’alta Brianza comasca, per verificare una segnalazione raccolta nella propria zona che indicava la presenza di un’attività clandestina con lavoratori in nero. I militari, dopo aver forzato l’ingresso con l’uso di un flessibile, sono entrati nel grosso edificio rinvenendo e sequestrando oltre 1.300 piante di canapa indiana illecita in inflorescenza dalle quali avrebbero potuto essere ricavati circa 200 chili di “fumo“. Accanto a queste era inoltre già stata avviata la coltivazione di ulteriori 1.700 piante che, non appena raccolta la fioritura delle prime, ne avrebbe preso il posto nelle serre. All’interno dell’edificio, i militari hanno anche sorpreso i due giovani albanesi, entrambi incensurati, che dimoravano in una dependance di fortuna armati di una pistola clandestina assemblata (priva di matricola) con canna filettata, silenziatore e relativo caricatore.

Durante l’irruzione i due stranieri, che avevano la pistola nella pronta disponibilità nascosta sotto il cuscino di un divano, hanno tentato di fuggire dal retro del capannone ma sono stati braccati dai carabinieri che avevano cinturato l’intera area del capannone. Gli stessi, nei confronti dei quali sussistono gravi e concordanti indizi in merito all’attività scoperta, sono finiti in manette. Il capannone, allestito di tutto punto per la coltivazione ad alta intensità con tanto di 40 ventilatori e 100 lampade riscaldanti e grossi condizionatori industriali, è stato posto sotto sequestro. Terminate le formalità di rito, i due indagati sono stati portati in carcere a Como, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Dopo il sequestro, le 3mila piante di canapa indiana, una volta campionate da un perito incaricato dalla Procura di Como, sono state affidate a una ditta di giardinaggio nominata a supporto dell’attività di polizia giudiziaria che le ha trasportate e conferite all’inceneritore di Desio dove sono state bruciate.