REDAZIONE MONZA BRIANZA

Dove vai se il Cude non ce l’hai?. Ancora niente piattaforma disabili

Il capoluogo brianzolo Monza ancora non aderisce alla piattaforma Cude per facilitare la mobilità dei diversamente abili tra Ztl dei comuni limitrofi.

Il Comune di Monza non ha ancora aderito alla piattaforma Cude che consente la mobilità libera tra Ztl delle città che aderiscono alla rete

Il Comune di Monza non ha ancora aderito alla piattaforma Cude che consente la mobilità libera tra Ztl delle città che aderiscono alla rete

Per un cittadino monzese diversamente abile è piuttosto problematico spostarsi da Monza a un altro comune limitrofo in cui occorre accedere ad aree Ztl. A differenza di altri comuni della provincia infatti – Lissone, Seregno, Giussano –, il capoluogo brianzolo non ha ancora completato l’adesione alla piattaforma Cude, che consentirebbe una mobilità libera tra Ztl dei comuni che aderiscono alla rete, con un’unica certificazione, e senza bisogno di richiedere una specifica autorizzazione per ogni diversa cittadina in cui ci si reca. Naturalmente il problema vige anche a parti invertite, e cioè qualora un cittadino con disabilità di un comune aderente alla piattaforma Cude voglia spostarsi su Monza, per cui si vedrebbe costretto a procedere con le richieste di autorizzazione per accedere alle Ztl, o all’Ufficio mobilità o alla polizia locale. È per ovviare a questi passaggi burocratici che nel luglio 2021 un Decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha istituito la piattaforma Cude (Contrassegno unificato disabili europeo) la quale, grazie alla gestione delle autorizzazioni coordinata su tutto il territorio, permette a chi deve spostarsi da un comune all’altro di farlo agevolmente. Lissone è stata tra i primi 20 comuni italiani ad aderire alla fase sperimentale della piattaforma. Giussano ha aderito a fine novembre 2023, mentre del luglio di quest’anno è l’ingresso di Seregno. Anche Milano e Cinisello, per rimanere a grandi comuni vicini a Monza, ne fanno parte da tempo, per cui ora si sta cominciando a sentire la mancanza all’appello della città di Teodolinda, da capoluogo di provincia. Va però registrato come ancora siano solo una netta minoranza, nel complesso, i comuni italiani a essersi attivati.

Alessandro Salemi