Dottor Sorriso torna in corsia Un centinaio di volontari pronti a rientrare in ospedale

Fra le sigle storiche che si preparano al nuovo abbraccio dopo 36 mesi ci sono Avo e Avolvi. Abio Brianza e le burle dei clown sono di conforto sia per i piccoli degenti sia per i genitori

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di Barbara Calderola

L’inconfondibile naso rosso, il gioco che distrae dalla malattia: i pagliacci sono pronti a tornare in ospedale.

Dal 1° marzo Dottor Sorriso e Dutur Claun saranno di nuovo fra i piccoli pazienti dell’Asst Brianza. Conto alla rovescia per un’altra rinascita dopo la tragedia del Covid: il rientro in servizio dei volontari in corsia, assenti da tre anni.

"Trentasei mesi senza i nostri angeli", dice la direzione, che ha invitato tutti i gruppi a sedersi attorno a un tavolo "per preparare un piano condiviso di avvicinamento". C’è da studiare come riavvolgere il nastro dopo la cesura del virus, ma dovunque a Vimercate, Desio, Carate, Seregno e Giussano fra pochi giorni scatterà la svolta. Fra le sigle storiche che si preparano al debutto, Avo e Avolvi, il target va da gli anziani ai bambini, "siamo davvero felici che ci siano le condizioni per ricominciare", insistono nel quartier generale aziendale. Saranno un centinaio a varcare la soglia dei reparti, "visite particolarmente gradite per i nostri ragazzi, ancora costretti a rimanere nella propria stanza per precauzione", spiega Marco Sala, primario di Pediatria, a Vimercate. "Abio Brianza e i clown sono di conforto sia per i piccoli sia per i genitori che possono prendersi una pausa quando arrivano loro. Queste presenze dal punto di vista psicologico sono essenziali, attenuano il peso del ricovero specialmente adesso che la socialità fra le nostre mura non è ancora pienamente ripristinata".

A contatto con i malati "ci sono persone formate di tutto punto, ho partecipato ai corsi e mi hanno davvero colpito", ancora lo specialista. Anche i gruppi stanno combattendo una battaglia, quella "contro l’emorragia di iscritti registrata durante la pandemia – sottolinea il dirigente – con il rientro in attività l’esercito del bene tornerà a crescere". Questo almeno è l’auspicio.

"Il loro ruolo di sostegno è ancora più forte nel nostro campo, dopo il virus sono cambiate anche le degenze. In media da noi bimbi e adolescenti si fermano 3 giorni e mezzo, ma con il Covid abbiamo cominciato a occuparci di disturbi alimentari che comportano una permanenza di alcune settimane. Ecco perché l’intrattenimento è ancora più importante. La parola d’ordine – conclude Sala – è alleggerire. Il distacco non è durato tutto il tempo, i pagliacci ci hanno aiutato con la campagna vaccinale dei piccoli". Un giochino e un buffetto per tutti e la puntura è diventata un bel ricordo.