Vimercate, morta per una trasfusione sbagliata: 13 mesi a medico e infermiere

I responsabili de l decesso dell’84enne Angela Crippa hanno patteggiato Pena sospesa, i legali di famiglia e ospedale si incontreranno per il risarcimento

I carabinieri davanti all'ospedale di Vimercate

I carabinieri davanti all'ospedale di Vimercate

Vimercate (Monza e Brianza) , 14 ottobre 2020 -  A 13 mesi dalla morte di Angela Crippa, 84 anni, deceduta in ospedale a Vimercate per una errata trasfusione di sangue, medico e infermiere patteggiano 13 mesi con la pena sospesa ciascuno e si apre una mediazione tra il nosocomio e i familiari della vittima per il risarcimento dei danni.

Ieri i due imputati di omicidio colposo, difesi uno dagli avvocati Giuseppe e Alessandro Iannaccone di Milano e l’altro dall’avvocato Gabriele Tossani di Monza, si sono visti accogliere dalla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Federica Centonze i patteggiamenti concordati con la pm della Procura monzese Cinzia Citterio, titolare dell’inchiesta aperta dopo il decesso della paziente.

Angela Crippa era stata sottoposta a intervento chirurgico al femore l’8 settembre 2019, in seguito al quale ha subìto la trasfusione di plasma poi rivelatosi destinato ad un’altra omonima paziente ed il 13 settembre è stata trasferita dal reparto di ortopedia a quello di rianimazione, da dove non è più stata dimessa. Una tragica vicenda risultata terribilmente chiara sin dall’inizio. Un errore materiale dovuto all’omonimia dell’anziana paziente con un’altra donna ricoverata nello stesso ospedale. E che neanche gli esiti delle perizie tecniche disposte sulla vicenda sono riuscite a superare.

Dopo il decesso di Angela Crippa, la pm aveva subito disposto l’autopsia sulla salma della paziente ricoverata all’ospedale vimercatese. Alla doverosa apertura di un fascicolo penale per omicidio colposo, il magistrato aveva acquisito la cartella clinica, grazie alla quale aveva potuto identificare il personale che era entrato in contatto con l’ottantaquattrenne durante il ricovero. Pochi accertamenti avevano permesso di risalire ai nomi del medico e dell’assistente che hanno autorizzato la flebo fatale, destinata ad un’altra degente di gruppo sanguigno incompatibile. Sul caso era stata aperta anche un’indagine disciplinare interna al nosocomio di Vimercate (che non ha portato a sanzioni per medico e infermiere, ancora in servizio a Vimercate) dove erano arrivati anche gli ispettori inviati dal ministro della Salute Roberto Speranza e gli esperti della Regione incaricati dall’assessore al Welfare Giulio Gallera.

Obiettivo spiegare cosa non ha funzionato nella filiera - dal Centro trasfusionale al letto - che l’Azienda ospedaliera credeva perfetta. Invece da allora ulteriori controlli incrociati sono stati aggiunti per rendere impossibile che l’errore venga ancora commesso.

A un anno di distanza dalla incredibile morte della loro mamma, l’avvocata Olimpia Cassano, che rappresenta i figli di Angela Crippa, Marco e Franco Tremolada, aveva puntato il dito sul silenzio assordante in merito al dovuto risarcimento dei danni da parte dei soggetti coinvolti nella morte della donna. "Non c’è giustizia. Siamo un’altra volta vittime della disattenzione - ha commentato la legale - le loro assicurazioni sono latitanti come quella dell’Asst". A inizio giugno, l’ospedale ha avanzato una proposta giudicata però insufficiente. Ora gli avvocati Giuseppe e Alessandro Iannaccone annunciano invece che per il 22 ottobre è fissata davanti all’Organismo di conciliazione dell’Ordine degli avvocati di Monza una mediazione tra l’ospedale di Vimercate, ritenuto comunque responsabile civile e i parenti della vittima. "L’ospedale ha nominato un legale per procedere per conto di medico e infermiere nella conciliazione", confermano i due legali.